Il rettocele
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Dolori durante l’atto sessuale, durante la minzione o la defecazione, sensazione di pienezza vaginale, sovente accompagnata da sgradevole pressione sugli organi del ventre.
Il rettocele è una patologia estremamente invalidante, con le quale molte donne sono tenute a confrontarsi nel corso della loro vita adulta.
Leggi questa pagina d’approfondimento per scoprire da cosa origina il rettocele, come si manifesta e come si può trattare.
Che cos'è il rettocele
L'anatomia interna femminile (piano sagittale): a sinistra la condizione anatomica normale, a destra la condizione in presenza di rettocele
Il rettocele s’intende come l’erniazione del retto nella cavità vaginale.
È una problematica di tipo squisitamente anatomico che coinvolge esclusivamente il sesso femminile, e spesso e volentieri è associata ad altri tipi di prolassi urogenitali, quali il cistocele e il prolasso uterino.
Le cause del rettocele
Il rettocele è l’erniazione del retto interna alla cavità vaginale, causato dal cedimento delle strutture muscolo-ligamentose che separano la parete posteriore della vagina dal retto.
A sua volta, il cedimento della parete posteriore della vagina è causato prevalentemente da eccessivi sforzi e conseguente pressione intraddominale: elevato numero di parti, obesità , stipsi cronica, sforzi lavorativi eccessivi oppure sforzi sportivi.
L’origine chiaramente fisico-meccanica tende quindi ad includere come cause tutte le sollecitazioni muscolari e gli sforzi eccessivi a carico del pavimento pelvico.
Come per altre patologie prettamente fisiche legate al pavimento pelvico, anche il rettocele di solito si manifesta in età avanzata, quando la struttura dei muscoli pelvici è ormai deteriorata e le fibre sono povere di collagene.
La sintomatologia del rettocele
Similmente per il prolasso emorroidario, anche il rettocele viene suddiviso in stadi di gravità , tra di loro differenti a seconda dell’entità del prolasso rettale nella cavità vaginale.
Conseguentemente, ad ogni stadio è associata una sintomatologia specifica:
- Rettocele di primo grado (o lieve)
La porzione di retto che ha invaso la vagina è molto piccola.
I sintomi generalmente non vengono avvertiti dalle donne in giovane età ; - Rettocele di secondo grado (o moderato)
La porzione di retto che ha invaso la vagina è estesa, ed arriva quasi a raggiungere l’apertura vaginale.
La paziente sperimenta i primi sintomi di ‘corpo estraneo in vagina’, con difficoltà e dolore durante l’evacuazione e nei rapporti sessuali, in cui solitamente diviene difficile la completa penetrazione; - Rettocele di terzo grado (o grave)
Il retto fuoriesce completamente dalla vagina, con assenza totale di supporto della parete retto-vaginale.
La paziente sperimenta incontinenza (sia urinaria che fecale) pesantezza e dolore da eccessiva pressione al basso ventre, che si estende sia alla vagina che all’ano
Al rettocele spesso si associano anche il cistocele (lo scivolamento della vescica nella vagina), l’uretrocele (la dilatazione abnorme dell’uretra) ed enterocele, ossia l’erniazione di un’ansa del piccolo intestino nella cavità vaginale.
La diagnosi del rettocele
Il rettocele evidenziato dalla defecografia
Il rettocele viene diagnosticato grazie ad un esame obiettivo pelvi-perineale.
Lo specialista può avvalersi di altri esami specifici a corredo, utili principalmente per definire la scelta terapeutica.
Tra gli esami utili, vi sono la manometria ano-rettale, l’urodinamica, la Videoproctoscopia Digitale, l’ecografia, la cistocolpodefecografia e la Risonanza Magnetica Dinamica del pavimento pelvico.
La terapia del rettocele
Il rettocele è una tipica patologia in cui la migliore cura è insita nella prevenzione.
Datosi che la degenerazione della parete retto-vagina ha la sua massima pericolosità durante il parto naturale, è opportuno che le giovani donne in età fertile siano adeguatamente informate dal medico ginecologo di fiducia, e che siano seguite per tutta la durata della gravidanza, con periodici controlli.
Qualora il medico ginecologo lo prescriva e lo consigli, è possibile optare per un parto cesareo al posto del parto naturale.
Gli sforzi generali, sopratutto quelli a carico dei muscoli del pavimento pelvico, dovrebbero sempre essere evitati o limitati: in ciò sono comprese le attività sportive stressanti per il pavimento pelvico (come il body building ed il sollevamento dei pesi).
La terapia del rettocele varia in base al grado di gravità dell’estrusione rettale nella vagina, ma è comunque quasi sempre combinata.
Si possono prescrivere emollienti fecali (utili per diminuire gli sforzi della defecazione) e riabilitazione del pavimento pelvico, mediante fisioterapia, elettrostimolazione e biofeedback.
Datosi che gli esercizi per il pavimento pelvico possono ridurre i sintomi più fastidiosi del prolasso (in particolare modo, l’incontinenza da stress) ma non sembrano ridurre la gravità dello stesso, in molti casi è necessario ricorrere alla riparazione chirurgica.
La terapia chirurgica mira a ricostruire la situazione anatomica primaria preesistente al prolasso.
Deve avere carattere di stabilità nel tempo, e deve garantire alla paziente il ritorno ad una vita normale, senza più incontinenza o dolori durante l’atto sessuale.
Essenzialmente, l’intervento di prima linea è la colporrafia, ossia la riparazione chirurgica delle strutture di sostegno ormai danneggiate dal prolasso.
In alcuni casi, può rendersi necessaria anche la perineorrafia, con accorciamento o restringimento del perineo.
Lo specialista che cura il rettocele
Il medico specialista che diagnostica, cura ed interviene sul rettocele è il chirurgo colonproctologo: un professionista specializzato sulle patologie del l’intestino e del canale ano-rettale, con una profonda conoscenza anatomica della zona di suo interesse e con esperienza sulla risoluzione dei problemi del colon.
Anche i medici ginecologi hanno grande esperienza nel riconoscere e trattare la patologia.
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Non impressionarti, non spaventarti ma altresì non sottovalutare nessun sintomo: rivolgiti sempre ad un medico.
Quindi ricorda che...
- Il rettocele è il prolasso di una parte del retto nella cavità vaginale;
- Il rettocele ha vari stadi di gravità , dalla piccola estrusione al prolasso totale del retto fuori dalla vagina;
- È causato principalmente dal cedimento della parete vagino-rettale, a sua volta collassata per colpa del disfacimento delle strutture di supporto del pavimento pelvico;
- L'età avanzata ed il numero di parti naturali giocano un ruolo di primo piano nel manifestarsi della malattia;
- Gran parte delle donne puerpere dopo i 40 anni sperimentano un rettocele lieve di primo grado, in molti casi asintomatico;
- La terapia riabilitativa mira a rinforzare i muscoli del pavimento pelvico attraverso la fisioterapia, l'elettrostimolazione e il biofeedback;
- Nei casi in cui il prolasso del retto sia di livello avanzato, è necessario ricorrere alla chirurgia per ricostruire una situazione di normalitÃ
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del dottor Attilio Nicastro, puoi visionare il suo sito web attilionicastro.it oppure collegarti alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.