Le emorroidi patologiche
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Attilio Nicastro - MioDottore.it
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Sangue rosso vivo che esce dall’ano ad ogni evacuazione, bruciore durante la stessa e spiacevole sensazione di corpo estraneo.
Le emorroidi patologiche sono una delle patologie più comuni nella popolazione mondiale: si stima che almeno il 50% di ogni persona ne sia affetto almeno una volta nel corso della vita, e questa percentuale sale considerevolmente con l’avanzare dell’età , facendo della patologia emorroidale la seconda patologia più diffusa al mondo dopo la carie dentale.
Leggi questa pagina d’approfondimento per scoprire da cosa originano le emorroidi patologiche, come si manifestano e come si possono trattare.
Che cosa sono le emorroidi patologiche
Le emorroidi sono un complesso artero-venoso, formato da molti vasi sanguigni anastomizzati, cioè uniti tra di loro, che formano delle strutture coerenti, situate all’interno del canale ano-rettale.
Assomiglianti a dei veri e propri ‘cuscinetti di sangue’, sono in comunicazione con il plesso vescicale nell’uomo, e nel plesso utero-vaginale nella donna.
Il loro compito principale è vascolarizzare la regione anale, ma hanno anche una limitata funzione di contenimento fecale.
Data la loro particolare struttura, le emorroidi non possono essere considerate né vene e né arterie, bensì un plesso fortemente vascolarizzato.
Considerate per anni (anzi, secoli) semplicemente delle vene varicose, nel 1975 furono definitivamente classificate come cuscinetti vascolari dalla posizione fissa in ogni essere umano (anteriore destro, posteriore destro, laterale sinistro).
Le emorroidi non causano nessun fastidio in una persona sana, e la loro presenza non è neppure avvertita: svolgono il loro compito di vascolarizzazione e di minima contenenza fecale in maniera silenziosa ed efficace.
Solo quando il plesso emorroidale subisce un’alterazione del suo stato originario, infiammandosi, lacerandosi, estrudendosi o gonfiandosi, si parla di ‘patologia emorroidale’.
Va quindi fatta sempre una chiara distinzione tra emorroidi, cioè le naturali e fisiologiche strutture anatomiche presenti in tutti gli esseri umani e le emorroidi patologiche, ovverosia uno stato di alterazione dei plessi emorroidali, dolente e fastidiosa per chi ne è affetto.
Le cause delle emorroidi patologiche
Prolasso emorroidale
Le emorroidi vengono considerate ‘patologiche’ quando la loro struttura anatomica originale e fisiologica viene alterata nella dimensione, nella posizione oppure viene lacerata e/o infiammata.
Ciò può accadere per molti motivi, ed il dibattito medico sulle molteplici cause dell’inizio della patologia emorroidale è ancora in corso.
È comunque ormai data per certa l’influenza della degenerazione del tessuto fibro-muscolo-elastico che circonda le emorroidi, a sua volta dovuta all’aumento dell’età (e la conseguente diminuzione di collagene prodotto dall’organismo) e all’aumento della pressione intraddominale, comune nei fenomeni di stipsi cronica.
A ciò si possono aggiungere le problematiche dovute ad un reflusso o iperafflusso di sangue, causate da l’obesità , la gravidanza e il parto, la ridotta o estrema attività fisica e malattie sistemiche.
In particolar modo, i disturbi dell’evacuazione sono spesso causa scatenante della patologia emorroidale: la stipsi cronica, con la sua notoria difficoltà che mette nell’afflitto ad espellere feci morbide e regolari, è statisticamente provata come una delle prime cause del prolasso delle emorroidi.
Anche episodi frequenti o cronici di diarrea, e della conseguente iper-stimolazione del canale anale spesso con feci acidificate, sono cause ormai assodate d’inizio delle emorroidi patologiche.
L’alimentazione gioca altresì un ruolo molto importante nell’inizio della patologia emorroidale: una dieta povera di scorie, sovente condita da cibi piccanti e il consumo di alcolici e superalcolici, può causare disturbi nella regolare evacuazione, che possono poi portare all’insorgenza delle emorroidi patologiche.
Ad esempio: una dieta con poche fibre e pochi liquidi, unita magari ad una vita particolarmente sedentaria, è più propensa a sfociare in fenomeni di stitichezza, con produzione di feci particolarmente dure e difficili da espellere.
Ciò può provocare un aumento del flusso sanguigno, una eccessiva tensione delle strutture della mucosa del canale ano-rettale, una lacerazione dei plessi emorroidali durante il passaggio delle feci, con conseguente rigonfiamento, protrusione, infiammazione e sanguinamento.
La sintomatologia delle emorroidi patologiche
Le emorroidi patologiche presentano un’ampia gamma di sintomi, a seconda del loro grado di prolasso, lacerazione o infiammazione.
I sintomi più frequenti sono:
- Sanguinamento
È il sintomo più comune delle emorroidi che sono state lacerate o infiammate a seguito del passaggio di feci troppo dure o troppo acide.
Si manifesta come una perdita ematica di colore ‘rosso vivo’ al termine dell’evacuazione, oppure come striatura sulla carta igienica.
È un episodio che spesso mette grande preoccupazione al paziente, ma che quasi sempre è estremamente contenuto nella quantità e nel tempo, e che non causa danni ematici rilevanti.
Quando invece le perdite ematiche sono abbondanti e ripetute può insorgere una anemia, anche grave; - Bruciore e/o dolore
Le emorroidi infiammate o lacerate sono particolarmente sensibili al passaggio delle feci, composte principalmente da batteri.
Ciò può causare bruciore durante l’evacuazione, che solitamente si risolve poco dopo aver espletato i bisogni.
Il bruciore può essere accompagnato anche dal dolore, che può essere acuto oppure cronico.
Spesso, presenza di grande dolore durante l’evacuazione oppure anche dopo è sintomo di una ragade anale, oppure di una trombosi delle emorroidi; - Tenesmo
Una sensazione di pesantezza, di ingombro e di ‘non essere riusciti ad evacuare del tutto’, presente sia durante che dopo ogni evacuazione.
È una sensazione particolarmente spiacevole, che impedisce al paziente di rilassarsi dopo l’evacuazione, e che può causare anche una tensione continua a livello anale; - Prolasso
Assieme al sanguinamento, è uno dei tipici sintomi delle emorroidi patologiche.
I cuscinetti emorroidali prolassano fuori dall’ano, portandosi spesso appresso parte della mucosa del retto.
Il prolasso può essere temporaneo oppure permanente, a seconda della gravità dell’estrusione; - Produzione eccessiva di muco
La permanenza fuori dall’orificio anale della mucosa del canale anale può produrre una quantità maggiore ed eccessiva di muco, che spesso sporca gli indumenti intimi; - Dermatiti ed irritazioni cutanee
Il prolasso emorroidale, la produzione eccessiva di muco o l’infiammazione delle emorroidi stesse possono provocare alterazione della cute anale e perianale, causando quindi arrossamenti e dermatiti; - Prurito
Emorroidi prolassate od infiammate, che hanno causato irritazioni o dermatiti nella zona anale e perianale, possono dar luogo a fenomeni di prurito, che può essere acuto oppure diventare cronico
È importante sottolineare che gli stessi sintomi potrebbero indicare altre patologie (neoplasie, disturbi metabolici, patologie infiammatorie intestinali, disturbi della coagulazione), e che quindi la diagnosi delle emorroidi patologiche deve sempre essere confermata dal medico dopo un’accurata visita proctologica.
La diagnosi delle emorroidi patologiche
Emorroidi di IV grado permanentemente prolassate
Le emorroidi patologiche sono una malattia spesso sottostimata e sotto-diagnosticata.
Molte persone colpite dalla patologie non si fanno visitare e, spesso per inutile (anzi, deleterio) senso del pudore o di imbarazzo, ricorrono alle automedicazioni oppure preferiscono tacere del tutto i propri disturbi.
La diagnosi è effettuata dal medico specialista con un’attenta esplorazione anale, completata da un’anoscopia oppure un’ano-rettoscopia.
Se lo specialista ne è provvisto, è utile accompagnare la visita con la Videoproctoscopia Digitale: un moderno e sofisticato esame endoscopico in grado di effettuare un’attenta e rapida diagnosi di tutte le patologie anali e rettali.
In caso di soggetti con familiarità di neoplasie intestinali o di età superiori ai 50 anni, è d’obbligo eseguire anche una colonscopia.
A seconda dello stato e della gravità delle emorroidi, la letteratura scientifica suddivide canonicamente la patologia in quattro gradi, di severità progressiva:
- Emorroidi di primo grado
La dilatazione delle emorroidi rimane interna al canale anale, ed il loro ingrossamento è pertanto visibile solo con la proctoscopia o la Videoproctoscopia Digitale; - Emorroidi di secondo grado
Le emorroidi fuoriescono dal canale anale solo durante l’evacuazione oppure sotto sforzi, ma rientrano nel canale ano-rettale spontaneamente; - Emorroidi di terzo grado
Le emorroidi risultano talmente estruse da rimanere al di fuori del canale anale permanentemente, e possono essere ridotte solo manualmente; - Emorroidi di quarto grado
Le emorroidi risultano ormai completamente prolassate, e non è possibile farle rientrare nel canale anale neppure manualmente
La terapia per le emorroidi patologiche
Intervento di emorroidectomia
La terapia per risolvere le emorroidi patologiche può essere medica oppure chirurgica, a seconda del grado del prolasso emorroidale.
Generalmente, le emorroidi di primo e secondo grado non richiedono un trattamento chirurgico, e la terapia è impostata sul favorire la circolazione sanguigna a livello emorroidario e modificare la dieta del paziente, assicurandosi di garantirgli sempre feci morbide e di facile espulsione.
Ciò può essere ottenuto somministrando preparati a base di flavonoidi, di accertata efficacia nel ripristino della corretta vascolarizzazione, e medicinali in grado di ammorbidire le feci.
Emorroidi di terzo o quarto grado e quindi già gravemente prolassate necessitano invece di intervento chirurgico.
Le tecniche chirurgiche per ottenere il risultato sono molteplici, ma essenzialmente si dividono in due categorie maggiori:
- Trattamenti chirurgici mini-invasivi;
- Trattamenti chirurgici radicali
I trattamenti chirurgici mini-invasivi mirano a ridurre il prolasso emorroidale senza però andare a contrastare le cause dello stesso.
Sono così chiamati perché, come il nome lascia facilmente intuire, hanno un basso livello d’invasività per il paziente, e possono anche essere eseguiti a livello ambulatoriale.
Non prevedono generalmente dolore post-operatorio, ed il paziente può ritornare alla regolare vita quotidiana in brevissimo tempo.
Tra gli interventi mini-invasivi più usati si possono ricordare la legatura elastica, la scleroterapia, la coagulazione all’infrarosso e la Dearterializzazione selettiva delle emorroidi ( HAL-Doppler, THD, HELP).
I trattamenti mini-invasivi possono ridurre l’afflusso di sangue sul plesso emorroidale e il prolasso emorroidale e tornare a far star subito bene il paziente, ma non rimuovono il tessuto patologico.
Episodi di recidiva quindi possono manifestarsi frequentemente dopo l’intervento, non potendo quindi garantire la stabilità nel tempo dei risultati.
I trattamenti chirurgici radicali invece sono operazioni che mirano a risolvere il problema emorroidale alla radice, per mezzo dell’emorroidectomia, ossia l’asportazione dei plessi emorroidali.
Un tempo praticata con interventi molto invasivi e dolorosi, ora l’emorroidectomia può essere praticata con nuove e molto più efficaci tecniche, che mirano al rispetto degli sfinteri, al ripristino fisiologico del canale anale e all’assenza di dolore e complicanze per il paziente, a cui deve essere assicurata anche la minima degenza post-operatoria.
Le tecniche chirurgiche radicali moderne garantiscono, se ben eseguite, la risoluzione permanente al problema delle emorroidi patologiche: non causano dolore post-operatorio, non lasciano pericolose stenosi interne al canale anale, garantiscono un’ospedalizzazione brevissima.
Lo specialista che cura le emorroidi patologiche
Il medico specialista che diagnostica, cura ed interviene sulle emorroidi patologiche è il chirurgo proctologo: un professionista specializzato sulle patologie del canale ano-rettale, con una profonda conoscenza anatomica della zona di suo interesse e con esperienza sulla risoluzione dei problemi dell’ultima parte dell’intestino.
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Se ritieni di sperimentare la sintomatologia della patologia descritta in quest'articolo, non iniziare autonomamente terapie, ma parlane subito con il tuo medico di fiducia.
Non impressionarti, non spaventarti ma altresì non sottovalutare nessun sintomo: rivolgiti sempre ad un medico.
Quindi ricorda che...
- Le emorroidi sono dei naturali plessi artero-venosi, presenti in tutti gli esseri umani e non per questo motivo di preoccupazione;
- Solo quando le emorroidi si lacerano, si estrudono o s'infiammano si può parlare di patologia emorroidale;
- La principale causa del prolasso emorroidale è l'eccessiva pressione intraddominale, a sua volta causata molto di frequente dalla stipsi;
- Le emorroidi patologiche possono causare sanguinamenti anali durante la defecazione, uniti a prurito e bruciore;
- Emorroidi patologiche di I e II grado possono essere trattate efficacemente con un'adeguata dieta e terapia farmacologica;
- Emorroidi di III e IV grado necessitano di riduzione chirurgica
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del dottor Attilio Nicastro, puoi visionare il suo sito web attilionicastro.it oppure collegarti alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.