La cura della cisti sacrococcigea
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Attilio Nicastro - MioDottore.it
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Sperimenti un gonfiore tra i glutei, vicino al coccige?
Toccandoti, senti come la presenza di una pallina, magari anche dolente?
Potresti essere affetto da una cisti pilonidale: una reazione infiammatoria del sottocute localizzata proprio nello spazio tra i glutei.
Se vuoi scoprire come è possibile risolvere in maniera positiva questa particolare cisti, continua pure a leggere questa pagina: contiene importanti informazioni che potranno esserti utili per prenotare una visita specialistica ed iniziare il tuo personale percorso terapeutico.
Cos’è la cisti sacrococcigea?
Una cisti sacrococcigea con complicazioni
La cisti sacrococcigea, chiamata anche cisti pilonidale, è il processo infiammatorio delle raccolte di bulbi piliferi circondati da una reazione infettiva, sviluppatasi nel sottocute della regione sacro-coccigea.
I bulbi piliferi, infiammati, generano una risposta sotto forma di tumefazione: un corpo estraneo, che è la vera e propria cisti.
È una patologia molto frequente, soprattutto in giovani individui maschili di razza caucasica e molto pelosi, ma può presentarsi anche nel sesso femminile.
La cisti può rimanere silente in forma asintomatica per anni, oppure può infiammarsi anche violentemente, dando luogo ad un’infezione e, spesso, un vero e proprio ascesso.
Non sono ancora del tutto chiarite le cause reali della formazione della cisti tra i glutei, ma alcune teorie più recenti ipotizzano l’origine nella penetrazione dei peli caduti nei pori cutanei, nelle ghiandole sebacee e sudoripare, da cui originerebbe quindi l’infezione.
Sono noti, comunque, alcuni fattori scatenanti la cisti sacrococcigea, quali la scarsa igiene personale, la vita sedentaria, l’abbondante sudorazione e l’uso di indumenti troppo attillati o rigidi.
Come si presenta la cisti sacrococcigea?
L’infiammazione della cisti sacrococcigea si presenta in tre tipici fasi, di gravità crescente:
- Prima fase: cisti pilonidale
La cisti si presenta come una piccola tumefazione, più o meno dolente, localizzata nel solco tra i glutei.
Non di rado sono presenti uno o più ampi orifizi cutanei, dai quali spuntano ciuffi di peli.
In questa forma la cisti può rimanere asintomatica anche per anni, oppure può sfociare nella seconda fase in poco tempo; - Seconda fase: ascesso
La cisti s’infiamma e s’infetta, complici anche i batteri naturalmente presenti nella pelle.
La cisti si riempie rapidamente di pus che, di conseguenza, porta ad un altrettanto rapido aumento di dimensioni della cisti stessa.
La cute sovrastante la cisti diventa rossa e calda, e il paziente sperimenta intenso dolore, specialmente al contatto.
In questa fase la cisti può aprirsi spontaneamente con la fuoriuscita di materiale cremoso, purulento e maleodorante.
Alternativamente, la cisti può anche essere incisa chirurgicamente; - Terza fase: fistola pilonidale
La terza fase rappresenta la fase cronica della cisti non trattata.
Si forma un canale di comunicazione tra la cavità cistica ascessualizzata e l’esterno della cute (fistola), per mezzo dell’allargamento abnorme di uno degli orifizi cutanei del solco intergluteo.
Dalla fistola esce continuamente liquido purulento e maleodorante.
Se la cisti non è trattata, l’infezione può propagarsi lateralmente verso i glutei oppure dall’alto verso il basso, sino a coinvolgere tutto il solco intergluteo ed essere erroneamente diagnosticata come fistola anale vera e propria
Come detto in precedenza, i tempi di transito tra la prima fase e la fase cronica della cisti sacrociccigea sono imponderabili a priori: possono passare anni, così come la situazione può evolversi rapidamente in pochi giorni.
Come si effettua la diagnosi della cisti sacrococcigea?
L’analisi della lesione è abbastanza semplice, ed è effettuata con una comune visita chirurgica.
Per diagnosticare l’estensione della fistola o la profondità della sacca cistica è sufficiente l’esplorazione per mezzo dello specillo.
Solo in rari casi di cisti non complicata da fistola e silente anche esternamente, può essere necessaria un’ecografia dei tessuti molli, che rileverà la malattia nel tessuto sottocutaneo.
La Risonanza Magnetica Nucleare è utile solo in rarissimi casi, soprattutto nelle cisti pluri-recidive.
Come si cura la cisti sacrococcigea?
Una cisti sacrococcigea grave, con fistole diffuse
La cura per la cisti sacroccigea è esclusivamente chirurgica: antibiotici e antinfiammatori non hanno effetto sulla lesione, che va asportata chirurgicamente e pulita.
Sono disponibili due tecniche d’intervento chirurgico: a cielo aperto o a cielo chiuso.
Come in molti altri protocolli di cura, la scelta di una tecnica o di un’altra è a discrezione del chirurgo proctologo, che la deve valutare ponderando lo stato reale dell’infezione e delle possibili complicanze dell’intervento.
La tecnica aperta prevede l’incisione della fistola, l’asportazione della cute e di tutto il tessuto sottocunaneo, fino al sinus pilonidale con tutti gli orifizi presenti.
Finita la pulizia non si appongono punti di sutura, ma si lascia guarire la ferita per seconda intenzione: il tessuto di granulazione andrà a colmare completamente la ferita nel giro di 30-40 giorni circa.
Se ben eseguita, questa tecnica ha un alto grado di successo e una trascurabile percentuale di recidive (solo il 2-3% dei casi).
La tecnica chiusa invece consiste nell’asportazione del tessuto infetto della cisti sino al suo sinus, con la sutura immediata della ferita.
Essendo suturata, la ferita guarisce più rapidamente, in circa due settimane.
È una tecnica di certo più rapida nei tempi di guarigione, ma la cui percentuale di recidive è molto più alta rispetto alla tecnica a ciao aperto: dall’11 al 30% circa dei casi.
Modernamente, entrambe le tecniche possono essere effettuate con la metodica della chirurgia mini invasiva.
Grazie al laser o al fistuloscopio, è possibile eseguire l’asportazione della fistola ‘step to step’, asportando gradualmente il tramite fistoloso sino alla sua origine, cioè la cisti.
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Se ritieni di sperimentare la sintomatologia della patologia descritta in quest'articolo, non iniziare autonomamente terapie, ma parlane subito con il tuo medico di fiducia.
Non impressionarti, non spaventarti ma altresì non sottovalutare nessun sintomo: rivolgiti sempre ad un medico.
Quindi ricorda che...
- La pistola sacrococcigea o pilonidale è una particolare cisti che si forma nel solco tra i glutei, pressappoco nella zona del coccige;
- La patologia colpisce prevalentemente soggetti giovani, maschi e di razza caucasica, special modo pelosi;
- Si suppone che l’origine sia da imputare alla penetrazione dei peli caduti nei pori cutanei delle ghiandole sudoripare e sebacee, che s’infettano dando origine alla cisti;
- La cisti sacrococcigea può rimanere asintomatica oppure infiammarsi, dando origine ad una violenta e dolorosa infiammazione purulenta;
- La cisti infiammata si può rapidamente trasformare in un ascesso, che può a sua volta dare origine ad una fistola;
- L’unica terapia possibile per risolvere la cisti infetta è quella chirurgica
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del dottor Attilio Nicastro, puoi visionare il suo sito web attilionicastro.it oppure collegarti alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.