La cisti sacrococcigea
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Rigonfiamento della zona sacrococcigea, associato a dolore, prevalentemente localizzato nel solco intergluteo, nella regione posteriore perianale.
E’ un’infezione particolarmente dolente, che tuttavia non regredisce con l’utilizzo di anti-infiammatori né antibiotici.
La cisti sacrococcigea è una patologia subdola che, se non trattata, può portare a complicanze anche gravi per il paziente.
Leggi questa pagina d’approfondimento per scoprire da cosa originano le cisti sacrococcigee, come si manifestano e come si possono trattare.
Che cos'è la cisti sacrococcigea
Una cisti sacrococcigea con complicanze
La cisti sacrococcigea o cisti pilonidale, è determinata dalla proliferazione e aggregazione di uno o più bulbi piliferi localizzati nella zona profonda della regione sacro-coccigea, che si estende dal sottocute alla fascia scheletrica.
Solitamente, tali cisti si formano nel solco intergluteo, con particolare predilezione per giovani maschi caucasici particolarmente pelosi, ma il fenomeno può manifestarsi anche nelle donne.
Nella cute della regione sacrale possono formarsi delle piccole cavità, spesso contenenti peli: queste depressioni (o sinus) possono essere congenite oppure acquisite nel tempo e, in condizioni di normalità, sono asintomatiche.
Quando però s’infettano, la cisti comincia ad essere dolente, dando origine ad ascessi che, impossibilitati ad uscire naturalmente, si fanno strada verso l’esterno con la formazione di fistole.
Le cause della cisti sacrococcigea
La cisti sacrococcigea è una condizione congenita che resta silente, 'dormiente', fin quando non avviene un processo infiammatorio del sinus o del bulbo pilifero che evolve all’infezione e alla formazione dell’ascesso.
Alcuni autori fanno risalire la formazione della cisti alla penetrazione dei peli caduti nei pori cutanei delle ghiandole sudoripare e sebacee, che creano una reazione infiammatoria da corpo estraneo.
Sebbene non vi sia certezza unanime sulle cause reali di questo fenomeno infiammatorio, è opinione condivisa che la scarsa igiene personale, la vita sedentaria, traumatismi ripetuti, l’abbondante sudorazione e l’abbigliamento particolarmente attillato o rigido possano provocare l’infezione del sinus pilonidale.
L’evoluzione della infiammazione e dell’infezione della cisti può portare alla formazione della fistola sacrococcigea, con l’apertura di uno o più orifizi fistolosi (dove affiorano ciuffi di peli) nel solco intergluteo, nella regione sacrale e perianale, sui glutei.
La sintomatologia della cisti sacrococcigea
L’infiammazione e la conseguente suppurazione della cisti si presenta solitamente in tre fasi:
- La fase iniziale
La cisti si presenta come una piccola tumefazione, scarsamente dolente, localizzata nel solco tra i glutei; - Ascesso sacrococcigeo
La cisti, dopo la flogosi evolve verso l’infezione per via dell’attacco dei batteri presenti sulla pelle.
Si comincia a formare pus, che porta la cisti all’aumento considerevole delle dimensioni.
Il dolore per il paziente aumenta, e la cute sovrastante l’infezione diventa rossa e calda.
Può comparire febbre e l’ascesso può aprirsi spontaneamente, facendo fuoriuscire pus cremoso e maleodorante; - Fistola cronica
Se la cisti non è stata adeguatamente trattata ed il sinus rimosso, si cominciano a formare uno o più canali di comunicazione tra la cisti ascessualizzata e l’esterno della cute (le fistole), che sfociano solitamente nel solco intergluteo o nelle zone circostanti ad esso, dai quali esce liquido sieroso o purulento
Finché tutta la cisti non è pulita ed il sinus rimosso, tale condizione cronicizzata è permanente, e spesso degenerativa: l’estensione dell’infezione può manifestarsi sia verso l’alto o il basso, fino a coinvolgere tutto il solco intergluteo sia verso i glutei.
Nei casi più gravi l’infezione può estendersi fino all’ano o alla zona perianale, tanto da essere confusa con una fistola anale vera e propria.
La diagnosi della cisti sacrococcigea
La diagnosi di una cisti sacrococcigea è abbastanza semplice, e richiede una visita chirurgica.
Il chirurgo può stabilire l’estensione della lesione tramite l’esplorazione con un sottile specillo, che sarà utile per stabilire la profondità a cui si trova il sinus infetto da rimuovere.
In rari casi è possibile ricorrere all'ecografia e alla Risonanza Magnetica Nucleare, che solitamente si prescrive nelle recidive dopo ripetuti interventi.
La terapia per la cisti sacrococcigea
La cisti sacrococcigea è una tipica patologia di interesse chirurgico e la sua cura prevede pertanto un necessario intervento chirurgico.
L’obiettivo dell’intervento è asportare completamente l’eventuale fistola sino ad arrivare al sinus, alla cisti, che ha scatenato l’infezione, permettendo quindi all’organismo di guarire dalla lesione.
Essenzialmente, le tecniche chirurgiche che possono essere adoperate sono a cielo aperto o a cielo chiuso e l’utilizzo dell’una o dell’altra tecnica sono a discrezione del chirurgo che esegue l’intervento.
Nella tecnica a cielo aperto, vengono asportati la cute ed il tessuto sottocutaneo, compreso il tessuto pilonidale e tutti gli orifizi fistolosi presenti.
Ovviamente, tutta la zona viene pulita da qualsiasi residuo di pus o materiale infetto.
A fine dell’intervento non si appongono punti di sutura, ma la ferita viene opportunamente medicata per far sì che possa formare tessuto di granulazione e rimarginarsi quindi per seconda intenzione, tutto questo nel giro di 30-40 giorni circa.
Tale tecnica, se correttamente eseguita, ha una bassissima percentuale di recidive: circa il 2-3% dei casi.
La tecnica a cielo chiuso prevede sempre l’asportazione e la pulizia del tessuto sottocutaneo, ma alla fine dell’operazione la ferita viene immediatamente suturata.
Ciò comporta una guarigione più veloce della lesione (circa due settimane), ma il rischio di deiscenza (riapertura della ferita) oppure recidiva della cisti è più elevato: circa il 28,5% dei casi.
Entrambi gli interventi possono essere eseguiti con metodica mini-invasiva, con strumentazione semplice oppure con l’ausilio del laser a CO2 e del fistuloscopio (FILAC, VAAFT).
Lo specialista che cura la cisti sacrococcigea
Il medico specialista che diagnostica, cura ed interviene sulla cisti sacrococcigea è il chirurgo proctologo: un professionista specializzato sulle patologie del canale ano-rettale, con una profonda conoscenza anatomica della zona di suo interesse e con esperienza sulla risoluzione dei problemi dell’ultima parte dell’intestino.
Essendo una patologia di natura squisitamente chirurgica, la cisti sacrococcigea può essere trattata anche da un chirurgo generale.
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Se ritieni di sperimentare la sintomatologia della patologia descritta in quest'articolo, non iniziare autonomamente terapie, ma parlane subito con il tuo medico di fiducia.
Non impressionarti, non spaventarti ma altresì non sottovalutare nessun sintomo: rivolgiti sempre ad un medico.
Quindi ricorda che...
- La cisti sacrococcigea è il processo infiammativo di un bulbo pilifero della regione sacro-coccigea, specialmodo la linea di interconnessione dei glutei;
- Colpisce sia uomini che donne di tutte le età, ma ha una predisposizione particolare per giovani maschi caucasici, molto pelosi;
- Si ipotizza che l'origine della cisti sia dovuta alla caduta dei peli nelle piccole cavità della cute della regione sacrale, in cui si forma il sinus dell'infezione;
- La cisti sacrococcigea può rimanere in uno stato silente asintomatico, oppure può sfociare in un'infiammazione acuta con relativa suppurazione;
- La cisti sacrococcigea infiammata s'ingrossa velocemente, dando origine ad un ascesso, che può creare una vera e propria fistola;
- La rimozione chirurgica della cisti sacrococcigea è l'unica terapia possibile per risolvere la lesione: antibiotici e antinfiammatori non sono di alcuna utilità, poiché l'infezione sembra non esserne sensibile
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
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