La cura della fistola perianale
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Attilio Nicastro - MioDottore.it
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Dolore acuto ed intenso all’ano, continue emissioni di materiale purulento e febbre, insensibile agli antibiotici.
La fistola anale è una patologia di solo interesse chirurgico, e rappresenta la prima causa d'intervento urgente proctologico.
Se vuoi scoprire come è possibile risolvere in maniera positiva questa seria infezione, continua pure a leggere questa pagina: contiene importanti informazioni che potranno esserti utili per prenotare una visita specialistica ed iniziare il tuo personale percorso terapeutico.
Cos’è una fistola perianale?
Intervento di rimozione di una fistola anale complessa
La fistola perianale è l’evoluzione finale di un ascesso delle ghiandole secernenti muco della mucosa del canale anale.
La ghiandola infetta, non potendo originariamente comunicare direttamente con l’esterno per spurgare il pus, ‘scava’ un canale artificiale, che è appunto la fistola.
La fistola è quindi solo una conseguenza dell’infezione, e pertanto la sua persistenza è legata a doppio filo con la ghiandola infetta.
Dal canale della fistola esce continuamente materiale purulento e maleodorante, prodotto dall’infezione cronica della ghiandola anale, che imbratta costantemente gli indumenti intimi del paziente.
Quali sono i sintomi di una fistola anale?
I sintomi dell’infezione sono comuni a quelli di altre infezioni epidermiche sfociate in un ascesso:
- Cute perianale arrossata, gonfia, eccessivamente calda al tatto;
- Intenso dolore;
- Febbre, anche alta
Questa fase, chiamata ascessuale, se non prontamente trattata, sfocia ben presto nella fase fistolosa: un orifizio, vicino all’ano, da dove esce continuamente pus e siero, che solitamente non cicatrizza.
Qualora l’orifizio della fistola si dovesse chiudere (dando origine ad una guarigione apparente), ricompariranno febbre e dolore e, non infrequentemente, un altro canale fistoloso, in altre direzioni.
Tale complicanza può verificarsi dopo giorni, settimane oppure anche anni dalla guarigione apparente del primo orifizio fistoloso.
Se non trattata, la fistola anale può degenerare col tempo in un tumore maligno: l’infiammazione cronica infatti può predisporre i tessuti alla trasformazione neoplastica.
Come si effettua la diagnosi di una fistola anale?
La fistola anale è abbastanza semplice da diagnosticare, per un medico proctologo esperto: la semplice visita medica ne rileva infatti la presenza.
Oltre all’esame clinico, il medico può avvalersi di un’indagine endoscopica, come l’anoscopia o la più moderna Videoproctoscopia Digitale, utile per individuare l’origine esatta della fistola all’interno del canale anale.
Nel caso il medico sia incerto sull’esatto percorso della fistola sino all’ascesso, può avvalersi della specillazione (tramite un sottilissimo specillo), con cui potrà andare a risalire tutto il percorso della fistola sino alla ghiandola infetta.
Fistola perianale
Per fugare ogni dubbio e permettere le necessaria indagini preoperatorie, ci si può avvalere di un’ecografia endoanale con sonda rotante, in grado di visualizzare con estrema precisione le diramazioni dell’infezione.
La visita può essere poi completata con una manometria ano-rettale: un esame utile per valutare il rischio di incontinenza per gli interventi su fistole anali complesse, oppure nei pazienti che hanno già avuto traumi od operazioni al canale anale.
Qualora la fistola si riveli recidiva o particolarmente complessa, può essere utile l’esecuzione di una Risonanza Magnetica Nucleare perianale.
Qual’è la cura per la fistola anale?
Intervento di rimozione di una fistola anale
La fistola anale e l’ascesso che la origina sono interventi di esclusivo interesse chirurgico, e pertanto richiedono una soluzione chirurgica.
Gli antibiotici e gli antinfiammatori sono inefficaci nel trattare l’ascesso anale, e i frequenti casi di emergenza in cui i pazienti arrivano in osservazione rendono la fistola uno dei più frequenti casi d’urgenza proctologica.
Il paziente con ascesso perianale non aperto spontaneamente verso l’esterno presenta dolori difficilmente sopportabili, con profonda prostrazione e febbre alta.
In tale caso, l’immediata incisione della cute sopra l’ascesso e la fuoriuscita del materiale purulento è considerato un intervento di pronto soccorso non differibile.
Incidere l’ascesso però non è sufficiente per la risoluzione dell’infezione: lo scopo dell’intervento chirurgico è la pulizia della ghiandola infetta, la sua rimozione e la sutura della lesione.
Fistole con ascessi di piccole dimensioni e non particolarmente profondi possono essere operati in regime ambulatoriale, con anestesia locale.
Fistole invece complicate, di grandi dimensioni e profonde, richiedono invece un ricovero immediato, e un intervento in anestesia maggiore o totale.
In caso di pazienti diabetici o con difese immunitarie ridotte, il ricovero in ospedale è sempre obbligatorio.
Intervento di rimozione i una fistola ano-scrotale
L’intervento per il trattamento delle fistole residue all’ascesso è particolarmente delicato e complesso, anche in mani esperte: prevede l’applicazione di molte tecniche, e l’obiettivo principale del chirurgo è rimuovere completamente la fistola preservando però la continenza fecale.
Qualsiasi intervento diretto sugli sfinteri può comprometterne la funzionalità: il chirurgo, quindi, è tenuto a trovare il giusto equilibrio tra la completa asportazione della fistola e la preservazione dell’integrità degli sfinteri.
Ai giorni d’oggi sono disponibili differenti tecniche chirurgiche (anche mini invasive) che, con particolari attrezzature, garantiscono una perfetta continenza fecale nella grande maggioranza dei casi (circa il 90% degli interventi), anche in presenza di fistole anali particolarmente complesse.
Il dolore post-operatorio è anch’esso generalmente molto lieve, e può essere controllato con l’utilizzo di normali antidolorifici.
Il ricovero ospedaliero è solitamente minimo (24-48 ore), ed il paziente può proseguire il periodo di convalescenza a casa, avendo solo cura di seguire particolare norme igienico-dietetiche.
La ripresa completa di qualsiasi attività (anche sportiva) è generalmente raggiunta in circa 20-30 giorni.
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Se ritieni di sperimentare la sintomatologia della patologia descritta in quest'articolo, non iniziare autonomamente terapie, ma parlane subito con il tuo medico di fiducia.
Non impressionarti, non spaventarti ma altresì non sottovalutare nessun sintomo: rivolgiti sempre ad un medico.
Quindi ricorda che...
- La fistola anale è lo stato finale di un ascesso (infezione acuta) di una ghiandola del canale anale;
- L’ascesso sfocia all’esterno della cute attraverso un condotto artificiale, da cui emette continuamente pus e siero;
- Quando l’ascesso non sfoga all’esterno per mezzo di una fistola, il paziente sperimenta elevato dolore, prostrazione e febbre alta;
- Gli antibiotici non sono efficaci nel ridurre l’infezione da un ascesso anale, e l’unica opzione possibile è l’intervento chirurgico d’urgenza;
- La fistola anale può presentare una falsa guarigione, solo superficiale, che non estingue l’infezione sottostante;
- La cura chirurgica prevede l’asportazione della fistola e di tutta la ghiandola infetta
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del dottor Attilio Nicastro, puoi visionare il suo sito web attilionicastro.it oppure collegarti alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.