La chirurgia radicale: emorroidectomia
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Attilio Nicastro - MioDottore.it
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Tutte le informazioni sanitarie che stai per leggere sono state scritte da informatori sanitari professionisti, e revisionate da Medici regolarmente abilitati alla professione.
- Cosa s’intende per emorroidi ‘gravi’?
- Perché c’è bisogno dell’emorroidectomia in determinati casi di emorroidi gravi?
- Che caratteristiche dovrebbe avere l’emorroidectomia ideale?
- Quali sono i vantaggi di una moderna emorroidectomia?
- La tecnica Milligan & Morgan e la sua evoluzione nel corso del tempo
- Sei affetto da emorroidi patologiche importanti? Devi smettere di soffrire
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Soffri di emorroidi ormai permanentemente prolassate al di fuori dell’ano?
Nei casi più severi di emorroidi, laddove le terapie mediche o quelle chirurgiche mini invasive non hanno più effetto, c’è bisogno di una soluzione radicale.
L’emorroidectomia è l’intervento risolutivo definitivo per una grande quantità di casi di emorroidi patologiche gravi, che spesso si rivela essere l’unica soluzione in grado di garantire risultati certi e stabili nel tempo.
Se vuoi scoprire come è possibile risolvere definitivamente il problema delle emorroidi patologiche, continua pure a leggere questa pagina: contiene importanti informazioni che potranno esserti utili per prenotare una visita specialistica ed iniziare il tuo personale percorso terapeutico.
Cosa s’intende per emorroidi ‘gravi’?
Emorroidi di IV grado permanentemente prolassate
Clinicamente, le emorroidi patologiche vengono suddivise in quattro gradi, dal più blando al più severo:
- Emorroidi di I grado
Emorroidi che presentano una dilatazione visibile solamente attraverso un’endoscopia (proctoscopia tradizionale o Videoproctoscopia Digitale).
I plessi emorroidali, solo lievemente ingrossati, rimangono comunque sempre nel canale anale; - Emorroidi di II grado
Emorroidi moderatamente ingrossate, che fuoriescono dal canale anale sotto sforzo fisico o durante l’evacuazione, per poi ritornare in sede autonomamente; - Emorroidi di III grado
Emorroidi molto ingrossate e prolassate fuori dal canale anale, che rimangono esternamente anche dopo uno sforzo fisico o dopo l’evacuazione, riconducibili internamente solo dopo il riposizionamento manuale; - Emorroidi di IV grado
Emorroidi dilatate in maniera abnorme, permanentemente prolassate fuori dal canale anale e non riconducibili in esso neppure manualmente
Emorroidi di I e II grado sono gli stadi iniziali della patologia emorroidale: il rigonfiamento e la dilatazione sono ancora contenuti, e spesso è sufficiente un’adeguata terapia medica (con un’idonea dieta e modifica degli stili di vita errati) per ottenere ottimi risultati e far regredire la situazione ad uno stato non patologico.
Dal III grado in poi, le emorroidi divengono prolassate permanentemente: la dilatazione dei plessi artero-venosi è così accentuata che essi estrudono dal canale anale, fuoriuscendo dunque dall’ano.
Le emorroidi di III grado possono ancora ritornare in sede se reinserite manualmente, mentre le emorroidi di IV grado sono talmente dilatate che non possono rientrare in nessun modo nel canale anale.
I problemi causati dal prolasso emorroidale sono solitamente proporzionali al loro stato di gravità, così come la probabilità di complicazioni derivate, come irritazioni, trombosi e incontinenza fecale.
Gli ascessi anali e perinanali sono altresì molto più frequenti in pazienti con emorroidi prolassate da lungo tempo.
Perché c’è bisogno dell’emorroidectomia in determinati casi di emorroidi gravi?
Emeorroidi di IV grado associate a prolasso del retto
Casi di emorroidi di modesta entità, come le dilatazioni di I e II grado, possono essere efficacemente trattati con un’idonea terapia medica, alimentare e comportamentale.
Laddove la terapia medica non dovesse portare risultati apprezzabili, sono a disposizione differenti tecniche chirurgiche mini invasive, utili per ridurre e, in alcuni casi, eliminare del tutto la dilatazione emorroidale.
Le tecniche mini invasive però, sono atte a ridurre la dilatazione solo in emorroidi non molto prolassate (fino al II grado, raramente fino al III), e possono dare origine ad episodi di recidiva.
Nei casi severi di emorroidi ormai completamente prolassate, a cui spesso si associa anche un consistente prolasso mucoso del retto, oppure di emorroidi già trattate precedentemente con chirurgia mini invasiva ma recidivate, occorre prendere il considerazione un intervento chirurgico radicale: l’emorroidectomia, ossia l’asportazione delle emorroidi.
Che caratteristiche dovrebbe avere l’emorroidectomia ideale?
Intervento di emorroidectomia
L’emorroidectomia è un intervento radicale, per definizione risolutivo.
Già questa premessa può essere considerata una delle caratteristiche fondamentali - se non la prima fondamentale, dell’intervento.
L’emorroidectomia non è un’operazione di tipo conservativo, ma prevede l’asportazione dei plessi emorroidali interni ed anche della componente emorroidaria esterna.
È un intervento che si rende solitamente necessario quando le cure mediche e chirurgiche mini invasive non hanno avuto effetto, oppure la situazione clinica del paziente denoti una situazione di prolasso emorroidale grave e prolungato nel tempo, spesso unito a consistente prolasso della mucosa del retto.
Le tecniche chirurgiche di emorroidectomia sono state enormemente migliorare e continuamente perfezionate nel corso degli anni, ed ora si possono ottenere eccellenti risultati, definitivi, con un post-operatorio con poco o nullo dolore.
La tecnica di emorroidectomia può essere praticata con il bisturi elettrico, con il bisturi laser, con la lama fredda, col bisturi a radiofrequenza, a scelta del chirurgo operante, e deve prevedere la legatura alta del peduncolo vascolare (sopra la linea pettinata), con l’escissione delle emorroidi e la porzione di mucosa cutanea che le circonda.
Grazie all’abilità del chirurgo e al suo grado d’esperienza, possono essere lasciati dei ponti mucosi atti a favorire un’idonea via di drenaggio delle secrezione e, sopratutto, evitare la formazione di stenosi cicatriziali.
Questo punto è estremamente importante per la buona riuscita dell’intervento ed un ritorno ad una vita assolutamente normale per il paziente: gran parte delle complicanze di operazioni di emorroidectomia eseguite male sono da imputare alla creazione di stenosi, con relativi (grandi) fastidi per il paziente, sia in fase di guarigione che dopo.
La piena funzionalità degli sfinteri deve altresì essere rispettata e, se presente una ragade con ipertono sfinterico, il chirurgo può includere nell’intervento anche la sfinterotomia interna.
L’intervento si conclude con l’asportazione di eventuali tessuto eccedente, e con una normale medicazione senza tampone.
Quali sono i vantaggi di una moderna emorroidectomia?
Spesso, la sola idea di essere operati nel canale anale mette angoscia e terrore nei pazienti.
Molto più frequentemente, gran parte di queste paure sono dettate da orribili e cruenti racconti o storie sentite, oppure lette sull’Internet, spesso esternate da pazienti operati con vecchie tecniche di emorroidectomia (ora non più utilizzate), oppure a seguito di operazioni purtroppo non bene riuscite.
Questo spaventa molto il paziente, e sovente lo fa desistere dall’eseguire un intervento che, nella maggior parte dei casi, sarebbe obbligatorio per trattare un importante prolasso emorroidale (magari recidivo), ormai impossibile da curare con la terapia medica o chirurgica mini invasiva.
In realtà, le moderne tecniche chirurgiche permettono un post-operatorio molto sereno, privo da dolore oppure con solo un leggero fastidio, controllabile senza problemi con comuni anti-dolorifici.
Il rispetto dei tessuti anali e l’apposizione di suture particolari, unite alla creazione di opportuni ponti cutaneo-mucosi garantiscono la tranquillità per il paziente, che potrà quindi avere un decorso molto agevole.
Tra i vantaggi della moderna emorroidectomia vi sono:
- Assenza di dolore post-operatorio;
- Assenza di recidive;
- Assenza di complicanze infettive;
- Assenza di stenosi;
- Evacuazione post-intervento precoce e senza dolore;
- Ospedalizzazione breve
Questi vantaggi clinici sono considerati lo standard de facto di ogni moderno intervento di emorroidectomia e, benché le complicanze post-intervento siano eventi impossibili da pronosticare a priori, devono essere traguardi primari per ogni medico chirurgo proctologo.
La tecnica Milligan & Morgan e la sua evoluzione nel corso del tempo
Sul finire degli anni ‘30 del 1900, due medici chirurghi inglesi, Milligan e Morgan, misero a punto una tecnica ai tempi rivoluzionaria per l’asportazione definitiva dei plessi emorroidali molto prolassati.
La tecnica si basava e si basa ancora sulla legatura del gavocciolo emorroidario, e la conseguente asportazione dei plessi emorroidali col riposizionamento dei tessuti.
La caratteristica della tecnica è che le ferite non vengono suturare, ma lasciate aperte, con l’obiettivo di farle guarire per seconda intenzione.
Da molti anni, è la tecnica chirurgica di riferimento (golden standard) per l’emorroidectomia, per via della grande percentuale di riuscita, la bassa percentuale di recidive (recidiva circa il 5% del totale dei pazienti trattati) e gli ottimi risultati finali sui pazienti, finalmente liberi (definitivamente) da importanti e dolorosi prolassi.
Tuttavia, la tecnica Milligan e Morgan è stata per anni guardata con orrore dai pazienti, per via del decorso post-operatorio, inizialmente molto doloroso e abbastanza lungo.
Il mancato rispetto dei tessuti anali (obiettivo chirurgico di secondaria importanza ad inizio ‘900) creava spesso violenti attacchi emorragici e, a volte, dolorose stenosi.
Nel corso del tempo, l’avanzamento tecnologico e i continui miglioramenti della tecnica chirurgica hanno permesso di superare pian piano tutti i dolorosi effetti post-intervento, facendo evolvere l’emorroidectomia Milligan-Morgan e rendendola praticamente indolore, nonché molto sicura.
Attualmente, l’emorroidectomia secondo Milligan & Morgan rivista e corretta è un’operazione ottimamente sopportata, senza dolore post-operatorio e con un’altissima percentuale di riuscita (oltre il 98%).
Usando elettrobisturi o bisturi laser a bassa frequenza, eseguendo la legatura alta del gavocciolo emorroidario (rispettando così il muscolo) ed usando divaricatori particolari che non traumatizzano i tessuti, il dolore post operatorio si minimizza al punto da risultare praticamente assente, o comunque controllabile senza particolari problemi con blandi analgesici.
Il paziente è dimesso dopo poco tempo dall’ospedale, e può continuare la convalescenza a casa, senza l’ansia od il terrore di provare dolore durante l’evacuazione.
La cicatrizzazione si ottiene tra i 20 ed i 40 giorni, dopo i quali il paziente può tornare alla vita di sempre, stavolta libero dalla patologia emorrodiale.
Sei affetto da emorroidi patologiche importanti? Devi smettere di soffrire
Se per le emorroidi agli stadi iniziali sono disponibili efficaci tecniche chirurgiche mini invasive, per casi di prolasso più gravi (come il III ed il IV) spesso l’unica soluzione per tornare ad una vita per davvero senza più fastidi è la chirurgia radicale.
Le emorroidi sono una patologia che, ormai, non deve essere più considerata ‘secondaria’, e non deve creare sciocchi imbarazzi o altrettanto insensate paure.
Oggigiorno, la chirurgia per l’emorroidectomia è estremamente avanzata, e può trattare definitivamente il prolasso emorroidale.
Se sospetti di essere affetto da emorroidi patologiche, o comunque credi di riscontrarti nella loro sintomatologia, esegui quanto prima una visita specialistica da un chirurgo proctologo.
Solo la visita presso un medico specializzato potrà confutare o meno la sospetta diagnosi: non ricorrere mai a espedienti ‘fai-da-te’, e fai molta attenzione alle informazioni di dubbia provenienza che trovi in giro sull’Internet e, purtroppo, che anche qualche amico o parente (seppur in buona fede) possono darti.
Solo una visita specialistica proctologica può garantirti la certezza della diagnosi e indicare, nel caso, la più adeguata terapia chirurgica adatta alla tua situazione.
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Se ritieni di sperimentare la sintomatologia della patologia descritta in quest'articolo, non iniziare autonomamente terapie, ma parlane subito con il tuo medico di fiducia.
Non impressionarti, non spaventarti ma altresì non sottovalutare nessun sintomo: rivolgiti sempre ad un medico.
Quindi ricorda che...
- Si definiscono emorroidi avanzate gli stadi emorroidali di III e IV grado, prolassati irreversibilmente;
- Le tecniche chirurgiche mini invasive generalmente non sono adatte per emorroidi già prolassate, oppure recidivanti;
- L’emorroidectomia è l’asportazione totale dei plessi emorroidali, ed è l’unica soluzione chirurgica possibile per risolvere definitivamente il problema delle emorroidi patologiche;
- Al contrario di quello che comunemente si crede, le moderne tecniche chirurgiche permettono di eseguire l’intervento di emorroidectomia senza dolori post-operatori e con tempo di recupero contenuto;
- Tutti gli interventi di chirurgia radicale per l’emorroidectomia devono garantire risultati stabili nel tempo, assenza di dolore e basso rischio di complicanze
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del dottor Attilio Nicastro, puoi visionare il suo sito web attilionicastro.it oppure collegarti alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.