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Una specializzazione antica

La colonproctologia è la branca della medicina che studia e si occupa dell'ultimo tratto dell'apparato gastrointestinale umano, ovverosia l'intestino crasso (il colon), il retto e l'ano.

L'etimologia della parola è greca: kōlon (intestino crasso) e prōktos (ano) unite al suffisso -logia, cioè studio.

La storia della colonproctologia è abbastanza antica: è infatti una delle prime specializzazioni conosciute di cui si hanno notizie certe, soprattutto grazie a testimonizanze provenienti addirittura dall'Antico Egitto (paese in cui iniziò più o meno ufficialmente il concetto di 'medicina').

Già all'epoca i medici egizi (sun-nu), ampiamente specializzati e dotati addirittura di aiutanti (gli ut, cioè i moderni infermieri) si riferivano specificatamente alle malattie ano-rettali come le emorroidi, mentre era riconosciuta l'importanza primaria del colon di cui, benché privi delle moderne conoscenze scientifiche, gli egizi avevano intuito già il ruolo fondamentale di organo assorbitore di liquidi.

L'epoca antica

La patologia emorroidale ha afflitto l'essere umano per secoli: già nel 600 a.C., in Cina, antichi testi sacri del taoismo ne descrivevano i sintomi, e proponevano una cura a base di agopuntura.

Il più famoso medico antico, considerato assieme al mitologico Asclepio il padre della medicina, Ippocrate di Coo, descrisse con mirabile intuizione l'origine delle emorroidi, avendo capito che il sangue nelle vene del retto, essendo occluso, protundeva naturalmente verso l'esterno, formando i pacchi emorroidali che, abrasi dalle feci, sanguinavano.

Il grande medico greco attribuiva questo eccesso di pressione sanguigna all'azione di bile e muco, che ovviamente noi ora sappiamo non corrispondere a verità.

Risulta comunque da encomiare l'intuizione del greco nello stabilire che, in effetti, il gonfiore dei plessi emorroidali è causato dall'effettivo aumento di pressione del sangue.

Sui rimedi invece suggeriti da Ippocrate per la cura delle emorroidi, c'era poco da star tranquilli: la soluzione che proponeva come panacea preferita era la cauterizzazione, oppure addirittura l'escissione dopo averle opportunamente tirate e schiacciate, di modo da farle uscire il più possibile.

Saranno stati ben felici i suoi pazienti, in un periodo in cui gli anestetici ancora non erano stati inventati.

Ippocrate di Coo
Ippocrate di Coo, il padre della medicina e figura sulla quale tutti i medici del mondo sono tenuti a giurare prima d'iniziare la professione

Sempre restando nell'antica Grecia, il medico Areteo di Cappadocia fu tra i primi a descrivere con esattezza i sintomi di un male che colpiva tramite i sintomi della dissenteria cronica.

Le feci dei pazienti erano biancastre e maleodoranti, e i soggetti talmente deboli da essere inadatti al lavoro.

Areteo denominò la malattia, che considerò intrattabile, come κοιλιακός (koiliakòs, 'addominale') e, benché privo di nozioni mediche moderne, il medico greco intuì subito che la patologia era causata da un malassorbimento del cibo, che lui imputò colpa di una mancanza di calore all'addome.

Areteo probabilmente non ne aveva conoscenza, ma aveva descritto accuratamente la sintomatologia di una delle patologie dell'intestino più antiche conosciute dall'uomo, ossia la celiachia.

L'inizio della proctologia come scienza specifica

In epoca imperiale romana (tra Augusto e Tiberio), l'illustre Aurelio Cornelio Celso, considerato già ai tempi uno dei massimi medici di tutto l'impero, con eccezionale anticipo sui tempi pose alcune basi della proctologia che sono tutt'ora valide: condannò ed evitò l'eccesso di purganti (ritenuti da lui, giustamente, irritanti per il corpo), inutì che la fistola anale era l'evoluzione di un ascesso e ne proposte la prima terapia chirurgica (l'applicazione di un laccetto che, lentamente, sezionava la fistola), oltreché ideò i primi rimedi antisettici contro la ragade anale.

Durante il Medioevo, attorno all'anno 1000, la nota e comprovata (da secoli) avversione dei dottori verso la chirurgia, arte considerata di basso livello e non adatta ad un medico, peggiorò notevolmente l'avanzamento scientifico della proctologia.

A ciò si aggiunse una considerevole ondata di superstizioni e riti tra i più assurdi che, complice una decisa decadenza del sapere diffusa tra tutta la popolazione europea, contribuirono a peggiorare la condizione dei malati.

Si svilupparono così tutta una serie di credenze, che attribuivano l'apparizione delle emorroidi alle cause più fantasiose, tra tutte la sempre verde presenza del Maligno.

Sorsero così riti veramente bizzarri, come quello di Belfagor, in cui gli adepti offrivano in tributo... Feci e peti, nella speranza di liberarsi dei loro prolassi emorroidali.

Toccherà attendere molti, molti anni (circa 300) prima di veder di nuovo apparire medici capaci ed innovatori, in grado di operare secondo un bricilio di 'metodo scientifico', come diremmo noi ora.

Tra questi, è sicuramente da menzionare uno dei padri della chirurgia moderna, ovverosia l'inglese John di Arderne.

Medico di campo nella sanguinosa Guerra dei Cent'anni, l'interesse di John si rivolse specialmente ad una patologia che, all'epoca, affligeva molti cavalieri, costretti spesso, per molto tempo, a rimanere seduti a cavallo con indosso pesantissime armature: la fistola anale.

John intuì che la fistola non era una patologia a sé, ma era la causa di un ascesso causato da un'infezione sottostante, quasi sempre nella zona perianale o coccigea.

Chirurgo molto capace, ideò un metodo di risoluzione della fistola basato sulla legatura e sull'incisione, abbastanza cruento ma comunque efficace.

Essenzialmente, le moderne tecniche chirurgiche per la risoluzione della fistola non sono altro ché un miglioramento della primitiva tecnica del metodo inglese.

A John di Arderne dobbiamo anche la prima, corretta, analisi e sintomatologia del cancro del retto, nonché la nascita del primo atlante illustrato delle patologie, con la descrizione accurata sia della sintomatologia che della tecnica chirurgica adottata per risolverla.

Complice la già citata avversione dei medici dell'epoca per la chirurgia, il lavoro di John di Arderne finì per lo più ignorato, venendo ripreso solo molti secoli dopo.

Il metodo scientifico e l'era moderna

Giovan Battista Morgagni
Giovan Battista Morgagni, uno dei più famosi anatomo-patologi del suo tempo

Con la nascita ed il propagarsi del metodo scientifico, dal XVII secolo in poi progredì anche la costruzione di ferri chirurgici ed ausili medici sempre più specializzati per la proctologia.

L'italiano Filippo Masiero, un chirurgo di Padova, fu l'ideatore dell'anuscopio e del primo bisturi esclusivamente progettato per le escissioni proctologiche.

Guarito da una brutta fistola anale grazie al protocollo chirurgico ideato da John di Arderne, Luigi XIV, il famoso Re Sole, pensò bene di premiare il chirurgo che l'aveva sanato, il medico francese Elix De Tassy, istituendo nel 1731 l'Accademia Reale dei Chirurghi, vera, prima, alta formazione di chirurgia equiparabile alle nostre moderne università.

Fu proprio in quel periodo che, su spinta di un rinnovato interesse per la chirurgia anche da parte dei medici, in tutta Europa si cominciò a proibire, gradualmente, gli interventi chirurgici improvvisati dai barbieri e dai norcini, per molti secoli 'bassa manovalanza' a cui i medici affidarono l'onta dello 'sporcarsi le mani'.

Re Sole e la fistola anale
Il più famoso dei re francesi, Luigi XIV.
Le cronache ci riportano che fu affetto da una dolorosa fistola anale, da cui fu sanato dal dottor De Tassy, che usò con successo (dopo molti secoli) il protocollo chirurgico inventato da John di Aderne

Giovan Battista Morgagni, il più famoso medico del nord Italia dell'epoca, descrisse per primo, con incredibile precisione anatomica, le colonne rettali che portano tutt'ora il suo nome, mentre sul finire del '700, esattamente nel 1793, il medico francese Jacques Duret completò con successo, su un bimbo di appena tre giorni con atresia anale (ano chiuso), il primo intervento di colonstomia.

Nell'800, sebbene la chirurgia subì una forte involuzione causa l'altissima mortalità degli interventi e dei tremendi protocolli sanitari (i medici operavano tranquillamente con le mani lorde, anche dopo le autopsie), la chirurgia colonproctologica fece comunque dei passi avanti considerevoli.

Sono ancora i medici chirurghi francesi ad essere protagonisti pressoché indiscussi: il dottor Jackques Lisfranc, nel 1826, completò con successo la prima resezione del retto, mentre pochi anni dopo il famoso Barone Dupuytren, divenuto celebre per aver sanato con efficacia le emorroidi di Napoleone Bonaparte, costruì il primo enerostato.

Napoleone Bonaparte e le sue emorroidi
Persino Napoleone Bonaparte si dovette piegare al dolore che gli diede, per molti anni, un consistente prolasso emorroidale, molto probabilmente frutto di una dieta sbagliata e dei lunghi periodi a cavallo.
L'imperatore francese faceva largo uso di acetato di piombo, un composto tossico che però aveva il pregio di dargli immediato sollievo dalle sue emorroidi estruse

Nel 1835 a Londra, il medico inglese Salmon fondò, inizialmente con un numero di posti letto ben più che ristretto, una piccola infermieria esclusivamente dedicata agli afflitti da fistole anali.

Dopo pochi anni, tale piccola infermieria s'espanderà considerevolmente, per diventare il celebre St. Mark's Hospital, oggi considerato un'eccellenza internazionale per la colonproctologia.

Un contributo essenziale alla colonproctologia fu dato dal medico austriaco Christian Billroth, oggi considerato il fondatore della chirurgia addominale: i suoi esperimenti sulle stomie, con le prime resezioni gastriche e del duodeno, aprirono la strada alla cura della sepsi.

Christian Albert Theodor Billroth
Christian Albert Theodor Billroth, il medico tedesco considerato il padre della moderna chirurgia addominale


Nel corso della sua carriera da chirurgo, Billroth non solo descrisse con precisione i protocolli delle sue tecniche, ma fu tra i primi ad usare con successo l'anestesia, nonché riuscì a portare a termine con successo ben 45 escissioni del retto.

Nel 1883 il dottor Czerny, impossibilitato ad effettuare una resezione del retto per via sacrale, riuscì con successo a praticarla per via addominale, spianando la strada ad un nuovo tipo di approccio chirurgico, tutt'ora valido.

Il 'secolo breve' e l'evoluzione della proctologia

Tutto il 1900 è stato il secolo della grandissima ascesa della chirurgia: grazie all'avanzata inarrestabile della tecnologia e della diagnostica, anche la colonprocologia entrò in quell'era di fondamentali progressi che hanno permesso, dopo secoli, di sconfiggere e risolvere patologie considerate per millenni intrattabili.

Nel 1937, i dottori inglesi Milligan e Morgan misero a punto, dopo secoli di dolorosissimi tentativi per i pazienti, un'efficace e radicale tecnica chirurgica per l'escissione delle emorroidi (emorroidectomia), che prese per l'appunto il loro nome.

La Milligan-Morgan, dopo così tanti anni, è ancora praticata e, sebbene con modifiche che la rendono molto meno invasiva e dolorosa, è ancora considerata il Golden Standard per risolvere definitivamente i casi gravi di prolasso emorroidale.

Milligan-Morgan
La tecnica Milligan-Morgan, primo protocollo chirurgico definitivo per l'emorroidectomia

Dagli anni '60 in poi, complice il progresso tecnologico soprattutto nei nuovi materiali di sintesi, viene iniziato il lungo percorso che porterà al concetto della chirurgia mini-invasiva.

Negli Stati Uniti viene ideata prima e perfezionata poi la tecnica della legatura elastica emorroidale, che diventerà poi uno dei tanti standard per gli interventi ambulatoriali per la cora dei prolassi emorrodari.

Colonscopio
Un moderno colonscopio, indispensabile per eseguire una videocolonscopia

Nel 1987, grazie ad un livello di risoluzione molto alto delle videocamere in commercio e la loro possibilità di miniaturizzazione, il chirurgo francese  Philippe Mouret introdusse l'uso della tecnica laparoscopica, ossia l'esecuzione di interventi senza l'apertura della parete addominale.

Tale approccio, molto meno invasivo per il paziente e dai tempi di recupero estremamenti ridotti rispetto alla chirurgia tramite laparotomia, diventerà indispensabile per trattare un grande numero di patologie, tra cui molte di origine colonproctologica (come ad esempio, il carcinoma del colon e del retto, oppure l'appendicite).

Philippe Mouret
Il dottor Philippe Mouret, il chirurgo fondatore della tecnica laparoscopica


Da fine anni '90 in poi, con una medicina diagnostica ormai completamente stravolta dall'avvento della tomografia assiale computerizzata e l'adozione del laser al posto del bisturi, si ha una grande evoluzione delle tecniche mini-invasive: l'arrivo della tecnica THD e dell'HeLP, interventi possibili anche ambulatorialmente e con poco o nullo disagio post-operatorio, benché non risolutivi della patologia emorroidale, sono comunque un ottimo aiuto nei casi di prolasso contenuto, che un tempo non sarebbe stato trattato dall'emorroidectomia.

Il percorso specialistico in Italia

In Italia, al momento, non esiste ancora un corso di specializzazione in colonproctologia dopo il Diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia.

La clonproctologia è considerata ancora una super-specializzazione della chirurgia generale, e pertanto il medico che intendesse divenire uno specialista chirurgo colonproctologo solitamente s'iscrive alla scuola di Chirurgia Generale o Chirurgia Vascolare, per poi - eventualmente - approfondire la conoscenza e la preparazione con corsi e Master specifici.

Data la selettività della branca medica, occorrono molti anni di esperienza e di pratica, al chirurgo colonproctologo, per raggiungere elevanti standard qualitivativi, soprattutto nel trattamento di patologie difficili e delicate da trattare, come la rimozione chirurgica delle fistole anali.

Le patologie ed i disturbi trattati dal colonproctologo

La colonproctologia, sebbene branca super-specialistica, tratta comunque organi (colon, retto ed ano) che possono essere soggetti a numerose patologie e disturbi, spesso dalla sintomatologia affine e dalla diagnosi dunque particolarmente ostica.

Non di meno, datosi che l'intestino crasso è comunque la parte finale di tutto il condotto gastrodigerente, alcune patologie sono condivise

Ecco una lista delle patologie colonproctologiche oggetto di studio e trattamento da parte del chirurgo colonproctologo:

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Il Dott. Attilio Nicastro è un chirurgo colonproctologo specializzato nel trattamento delle patologie del colon, del retto e dell’ano.
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
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