La celiachia
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Attilio Nicastro - MioDottore.it
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Areteo di Cappadocia, esimio medico greco del II secolo d.C., nel suo famoso trattato generale sulle malattie, descrisse perfettamente i sintomi di un male che lui definì κοιλιακός (koiliakòs, “addominale”).
Tale patologia, che doveva già essere abbastanza diffusa all’epoca, provocava cronici attacchi di diarrea ogni qual volta il paziente ingeriva i derivati dei cereali.
Il malato appariva molto debole, pallido e spesso impossibilitato a lavorare.
La diarrea dava esito a feci biancastre, maleodoranti, e si ripeteva costantemente.
Il frumento (o grano), gramiacea da cui si ottiene la farina per pasta e pane, contiente alte quantità di glutine
Benché ovviamente a corto di informazioni scientifiche moderne, Areteo intuì comunque che la patologia era da ricercarsi in un malassorbimento di cibo e l’incapacità del corpo dar luogo ad una digestione completa.
Il grande medico greco non ne era a conoscenza, ma aveva descritto molto bene la patologia celiaca che, dopo millenni dalla sua scoperta, avrebbe comunque continuato a far soffrire ampi strati dell’umanità.
Leggi questa pagina d’approfondimento per scoprire da cosa origina la celiachia, come si manifesta e come si può trattare.
Che cos'è la celiachia
La celiachia è definita come il processo infiammatorio cronico dell’intestino tenue, causato da un’anormale reazione immunitaria al glutine, un complesso di proteine colloso ed insolubile, presente naturalmente nelle farine dei cereali (frumento, farro, segale, orzo).
In particolare, la celiachia si manifesta in una violenta reazione autoimmune alla gliadina, una delle proteine del glutine.
L’infiammazione si manifesta anche dopo piccolissime assunzioni di glutine: anche un microscopio granello di farina è sufficiente per scatenare la reazione autoimmune dell’intestino, e provocare quindi intensi dolori e scariche diarroiche.
Le cause della celiachia
Le cause dell’intolleranza estrema alla gliadina del glutine, che scaturiscono nella patologia celiaca, non sono state ancora ben comprese.
Come molte altre patologie, si sospetta che la causa possa essere un connubio tra predisposizione generica e fattori ambientali.
Ricerche specifiche hanno stabilito una correlazione tra celiachia e parentela stretta (familiari di primo grado), lasciando supporre che la patologia si possa trasmettere geneticamente.
Ulteriori ricerche genetiche, per tentare di trovare una spiegazione chimica al processo infiammatorio causato dal glutine sono attualmente in corso.
Globalmente, si concorda che la malattia si cominci a manifestare quando compaiono almeno tre fattori noti ed accertati:
- Predisposizione genetica;
- Alimentazione molto ricca di glutine;
- Stress psico-fisico (infezioni, gravidanza, interventi chirurgici, forti shock emotivi, ecc.)
Nei malati, l’attacco autoimmune si manifesta immediatamente quando la gliadina raggiunge i villi della mucosa intestinale.
Lì i linfociti T, presenti nella mucosa intestinale, si attivano automaticamente, producendo differenti citochine, che causano l’apoptosi (la morte cellulare) delle pareti intestinali, con conseguente appiattimento della mucosa e relativa infiammazione.
Oltre ai linfociti T, nei pazienti celiaci si riscontra anche un’azione dei linfociti B, con produzione di anticorpi specifici antigliadina.
Non è ancora certo se questo tipo di anticorpi partecipi all’infiammazione della mucosa, tuttavia scompaiono dal sangue dei pazienti quando questi seguono una dieta priva di glutine.
La sintomatologia della celiachia
Essenzialmente, la celiachia si divide in tre tipologie base, dalle cause comuni (l’intolleranza al glutine) ma dalla sintomatologia a volte differente:
- Celiachia tipica (o sintomatica)
Si manifesta con i tipici segni della celiachia quali diarrea cronica, feci dal colorito biancastro, maleodoranti, spesso eccessivamente grasse (steatorrea), decisa perdita di peso (aumento di peso nei bambini molto piccoli).
Se congenita, si manifesta immediatamente dopo lo svezzamento del bambino, e può comportare un ritardo della crescita in altezza; - Celiachia atipica
Si manifesta con sintomi non sempre correlati all’intestino, benché anch’esso possa manifestare comunque problemi.
Possono comparire anemia, disturbi neurologici, eccessiva stanchezza, anche osteoporosi.
Si manifesta prevalentemente da adulti, ed i sintomi sono spesso confusi con altre patologie neurologiche; - Celiachia silente
Celiachia asintomatica, in cui sono presenti gli anticorpi antigliadina e l’atrofia dei villi, ma il paziente non manifesta nessun sintomo.
Sebbene sia improprio parlare di ‘portatore sano’ riferendosi alla celiachia, il risultato è quello; - Celiachia potenziale
I sintomi ed i danni ai villi intestinali non sono stati ancora rilevati, ma gli anticorpi specifici sono già presenti.
È quindi probabile che il paziente, senza opportuna dieta terapeutica, possa in breve sviluppare i sintomi della celiachia tipica
Oltre alla diarrea cronica, la distruzione dei villi e la perenne infiammazione della muscosa intestinale provocano, a lungo andare, cambiamenti anomali e danni più o meno permanenti.
Tra i tanti, si evidenza l’incapacità della mucosa di assorbire con efficienza le vitamine, in particolare le liposolubili A, D, E e K.
Queste carenze vitaminiche, a loro volta, possono portarsi appresso ulteriori problematiche, quali la nota difficoltà di coagulazione delle ferite per la carenza della vitamina K.
L’anemia, tipica nella condizione del celiaco che non segue la dieta terapeutica, si può spiegare col malassorbimento del ferro, comprese le vitamine fondamentali B9 e B12.
Una delle manifestazioni extraintestinali della celiachia, comune a molti malati, è la dermatite erpetiforme.
La patologia è considerata come la diretta manifestazione epidermica della celiachia, e può essere di aiuto al medico per prescrivere esami specifici alla ricerca di anticorpi antigliadina.
Se non trattata per tempo con una dieta specifica, la celiachia aumenta considerevolmente il rischio di sviluppare tumori e svariate altre malattie, come ad esempio osteoporosi, malattia di Parkinson, ipo o ipertiroidismo, disturbi psichici e neuropsichiatria, grastroenterite ed esofagite.
La lista di patologie correlate alla celiachia mai diagnosticata oppure ignorata è talmente elevata che, secondo alcuni pareri, fa si che la celiachia possa aumentare tout-court il rischio di morte per qualsiasi causa.
La diagnosi della celiachia
La diagnosi della celiachia si basa su specifici test ematici, alla ricerca degli anticorpi, a cui è necessario (per gli adulti) eseguire una gastroscopia con biopsia.
Tutti gli esami devono essere svolti senza prima aver eliminato il glutine dalla dieta, per scongiurare il rischio di falso negativo.
Clinicamente, i test mirano ad individuare i seguenti anticorpi:
- Anticorpi anti-gliadina (AGA)
- Autoanticorpi anti-endomisio (EMA)
- Autoanticorpi antitransglutaminasi (tTGA)
Ai risultati degli esami viene poi sovente associata un’endoscopia a fibra ottica, utile a valutare lo stato di salute generale della mucosa intestinale.
A seconda dello stato di salute generale del paziente, il medico potrebbe disporre altri esami specifici per accertare la carenza di ferro, della vitamina B12, dell’acido folico o per accertare o meno l’ipo o ipertiroidismo.
Oggi è possibile stabilire la predisposizione genetica alla celiachia mediante un test che analizza la presenza dei geni HLA DQ2/DQ8.
Un risultato positivo al test non fornisce la certezza della patologia, ma indica solo la predisposizione della persona a manifestarla, mentre un test negativo stabilisce l’impossibilità di sviluppare la celiachia nel corso della vita.
La terapia per la celiachia
Al momento, non esiste nessuna terapia, né medica e né chirurgica, per la celiachia.
L’unica soluzione veramente efficace, capace di far regredire quasi totalmente i sintomi della celiachia sulla quasi totalità dei malati è la rigorosa dieta priva di glutine.
Nella maggior parte dei casi, i pazienti che iniziano una dieta assolutamente priva di glutine (anche in quantità microscopiche, come un granello di farina di frumento) vedono regredire totalmente i sintomi della celiachia in poco tempo.
Da alcuni anni sono disponibili in commercio prodotti specifici per i pazienti celiaci, totalmente privi di glutine.
L’assoluta rigorosità della dieta e l’intransigente scrupolo che il paziente deve applicare nel seguirla sono elementi imprescindibili per evitare il ripresentarsi dei sintomi della celiachia.
Datosi che anche piccolissime quantità di glutine possono nuovamente scatenare la reazione autoimmune dell’intestino, è di fondamentale importanza che, oltre a non consumare alimenti a base di cereali ed affini, il paziente stia attendo a non ingerire anche cibi contaminati.
Solo nei pazienti che presentano ancora sintomi anche dopo l’adozione di una dieta priva di glutine (spesso, per celiachia cronicizzata da troppo tempo o involontaria assunzione di cibo contaminato) è possibile prescrivere, per brevi periodi e sotto stretto controllo medico, di steroidi o immunosoppressori.
Una dieta a zero glutine, se scrupolosamente seguita, garantisce al celiaco una qualità di vita comparabile a quella di una persona sana.
Una volta confermata la diagnosi di celiachia, è altresì importante che il paziente sia seguito dal medico gastroenterologo per regolari visite di controllo, solitamente una volta l’anno.
L'uso di prodotti senza glutine per i non celiaci: è davvero un vantaggio?
Negli ultimi tempi, complice la diffusione di informazioni errate e una sempre più massiccia campagna pubblicitaria, anche persone non celiache hanno cominciato a convincersi che consumare prodotti senza glutine (gluten-free) possa, in qualche modo, migliorare la qualità della vita.
Tale affermazione non trova alcun riscontro medico: non è dimostrato in nessuno studio che un'alimentazione senza glutine somministrata ad un paziente non celiaco possa portare qualsiasi tipo di vantaggio, sia salutare che prettamente medico.
Un cibo senza glutine non é automaticamente 'sano', e non necessariamente dietetico: è solamente senza glutine.
Di per sé, il glutine ha un apporto modesto nella dieta umana, e non vi sono vantaggi, per un non celiaco, dall'eliminarlo completamente.
Un alimento iper-calorico (come, ad sempio, una merendina preconfezionata), ricco di grassi, zucchero e sali rimane sempre un alimento iper-calorico, anche senza glutine.
Eseguire una dieta gluten-free anche quando non si ha alcun bisogno di farlo anzi può portare degli svantaggi, tra i quali il rischio di non poter più diagnosticare la celiachia, nel caso insorga veramente.
Una dieta senza glutine è una terapia precisa, per pazienti precisi, con celiachia diagnosticata.
Non è una dieta che comporta un qualche effetto positivo sulla salute a meno di non essere celiaci, ma in quel caso è considerata l'unica terapia (forzata) per far regredire i sintomi.
Quindi, in conclusione, la recente moda del gluten-free anche quando ciò non ha alcuna base di fondamento (cioè in assenza di celiachia diagnosticata) può rientrare in tutta quella serie di fenomeni chiamati 'health halo', cioè la scientificamente immotivata scelta di prodotti considerati 'salutari', basandosi solo su apparenze, sentito dire, testimonianze (non mediche, né di operatori sanitari accreditati), campagne promozionali di personaggi famosi e quindi molto seguiti.
La dieta senza glutine è impegnativa, costosa e non è una moda: è l'unica arma che i pazienti celiaci hanno, al momento, per non soffrire.
Per tutti gli altri soggetti sani, senza specifiche allergie o provate intolleranze, è necessario e sufficiente seguire una dieta variegata ed equilibrata.
Lo specialista che cura la celiachia
l medico specialista che diagnostica, cura ed interviene sulla celiachia è il medico gastroenterologo.
Anche i medici colonprocologi hanno molta dimestichezza e grande esperienza con la patologia, e possono prescrivere terapie e monitoraggi di controllo nel tempo.
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Se ritieni di sperimentare la sintomatologia della patologia descritta in quest'articolo, non iniziare autonomamente terapie, ma parlane subito con il tuo medico di fiducia.
Non impressionarti, non spaventarti ma altresì non sottovalutare nessun sintomo: rivolgiti sempre ad un medico.
Quindi ricorda che...
- La celiachia è l'intolleranza estrema alla gliadina, una delle proteine del glutine;
- Non si conoscono le esatte cause scatenanti della celiachia, ma la sua origine genetica è stata comprovata;
- Nel paziente celiaco, la presenza di piccole quantità di glutine nel cibo innesca subito una violenta reazione autoimmune ai villi dell'intestino tenue, che vengono infiammati dalla risposta anomala degli anticorpi;
- Il paziente celiaco sperimenta violenti attacchi diarroici, prostrazione, debolezza e inabilità al lavoro ogni qual volta che ingerisce anche irrisorie quantità di glutine, presente in tutti i cereali;
- Non esiste, al momeno, una cura specifica per la celiachia;
- L'unico rimedio per far regredire totalmente i sintomi della celiachia è un rigoroso regime dietetico, assolutamente privo di glutine;
- Con la dieta adatta e senza glutine, il paziente celiaco può vivere una vita comparabile a quella dei soggetti non patologici;
- Non c'è nessun bisogno, per chi non è celiaco diagnosticato, di seguire una dieta senza glutine
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del dottor Attilio Nicastro, puoi visionare il suo sito web attilionicastro.it oppure collegarti alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.