Il riposizionamento del retto prolassato (prolassectomia)
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Attilio Nicastro - MioDottore.it
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Tutte le informazioni sanitarie che stai per leggere sono state scritte da informatori sanitari professionisti, e revisionate da Medici regolarmente abilitati alla professione.
- Cos’è il prolasso del retto?
- Da cosa è causato il prolasso del retto?
- Quali sono i sintomi del prolasso del retto?
- Com’è diagnosticato il prolasso rettale?
- La terapia conservativa per il prolasso del retto
- L’intervento chirurgico per la cura del prolasso del retto: la prolassectomia
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Noti una tumefazione che sporge dall’ano, di colorito rosso?
Hai perdite di sangue durante e dopo l’evacuazione, magari unite a continue perdite di muco che imbrattano i tuoi indumenti intimi?
Riesci a stento a trattenere le feci, e durante la defecazione provi dolore, o addirittura difficoltà ad espellere?
Potresti essere affetto da un prolasso del retto, da trattare con un intervento di prolassectomia.
Se vuoi scoprire come è possibile risolvere in maniera positiva questa seria patologia, continua pure a leggere questa pagina: contiene importanti informazioni che potranno esserti utili per prenotare una visita specialistica ed iniziare il tuo personale percorso terapeutico.
Cos’è il prolasso del retto?
Videoproctoscopia di prolasso mucoso
Il retto è l’ultima parte dell’intestino crasso (il colon), ovverosia la porzione del tubo gastrodigerente collegata direttamente al canale anale, la cui funzione principale è evacuare i residui indigesti del nutrimento.
È chiamato ‘retto’ proprio perché si presenta come un canale rettilineo, collegato al colon discendente dal sigma, ossia la parte dell’intestino di forma squisitamente sigmoidale.
Nel retto confluisce il chilo, privato dei liquidi riassorbiti dal colon, e frutto della fermentazione batterica che l’ha tramutato in materiale fecale.
Le feci vengono a loro volta raccolte nella porzione di retto chiamata ampolla dove, concentrandosi, creando una dilatazione della stessa che genera a sua volta lo stimolo fecale.
Lo stimolo fecale da a sua volta avvio al processo di evacuazione, con lo svuotamento dell’ampolla e l’apertura del canale anale, che porta all’espulsione degli scarti delle feci.
Il retto è tenuto saldo nella sua posizione dal pavimento pelvico, ossia tutte quelle strutture di sostegno (muscoli, legamenti, tessuto connettivo) responsabili della stabilità degli organi presenti nelle pelvi.
Quando il supporto di queste strutture, per una serie di cause e fattori scatenanti, viene a mancare, il retto può scivolare all’infuori dell’ano, dando origine al prolasso rettale.
Al contrario di quello che comunemente si pensa, il prolasso rettale non è una patologia esclusiva dell’età adulta e dell’avanzamento dell’età , ma colpisce, seppur in maniera minoritaria, anche i bambini.
Da cosa è causato il prolasso del retto?
Prolasso mucoemorroidale
Il prolasso del retto è causato dal cedimento delle sue strutture di sostegno, facenti parte del pavimento pelvico.
A sua volta, questo cedimento riconosce, tra le sue cause, fattori predisponenti e fattori scatenanti.
I fattori predisponenti sono principalmente di origine primitiva: un’eccessiva mobilità e rilassatezza delle strutture di sostegno del retto oppure (o in aggiunta) un’eccessiva profondità della cavità addominale.
Il fattore scatenante principale è l’eccessiva pressione all’interno della cavità addominale, che gradualmente ‘spinge’ il retto fuori dalla sua posizione originaria, verso il canale anale.
Ciò può essere causato da una serie di patologie o condizioni cliniche come la stipsi espulsiva cronica, la bronchite cronica, gli sforzi eccessivi (sia lavorativi che sportivi).
Quali sono i sintomi del prolasso del retto?
Il prolasso del retto si divide in due tipologie, a seconda dell’estrusione dell’organo dall’ano:
- Prolasso di tipo mucoso, dove ad essere coinvolta è solamente la mucosa, prolassata dall’ano;
- Prolasso completo (o totale), dove a processare è direttamente una parte del retto, più o meno estesa
Nel prolasso mucoso, l’eccesso di mucosa si presenta come una massa di tessuto rosso, protendente dall’ano ed apprezzabile anche al tatto.
Nel prolasso rettale completo, la massa si fa molto più consistente, e si apprezza un colorito rosso-violaceo.
In molti casi, il prolasso rettale è associato anche alla malattia emorroidaria, poiché la causa scatenante è similare (l’eccessiva pressione intraddominale).
Il prolasso rettale è una patologia degenerativa, a progressione più o meno lenta: agli esordi, la protrusione si manifesta solo in determinate occasioni, per poi assumere i connotati di cronicità .
Nello stadio iniziale, il prolasso si manifesta quando il paziente aumenta la pressione intraddominale, come ad esempio durante l’atto della defecazione o durante sforzi eccessivi.
È in molti casi asintomatico, in quanto il paziente non si accorge della momentanea fuoriuscita del retto.
Nello stadio intermedio, il retto prolassa sempre più frequentemente, anche per sporadici e rapidi episodi che fanno aumentare la pressione intraddominale, come uno starnuto o un colpo di tosse.
Nello stadio finale, il prolasso è cronico: il retto fuoriesce spontaneamente anche in situazioni quotidiane e tranquille, come durante una passeggiata o un banale piegamento.
Prolasso rettale totale, con completo cedimento delle strutture di sostegno del retto
Oltre alla palese estrusione del retto, apprezzabile al tatto o alla vista, il prolasso rettale si associa principalmente all’incontinenza fecale, unita alla continua fuoriuscita di muco e di pressoché costante sanguinamento.
Ciò rende la quotidiana vita del paziente molto complicata, non solo durante la defecazione ma per tutta la giornata: le continue perdite di feci ed il sanguinamento mettono grandissimo imbarazzo nel paziente, al punto da portarlo soventemente in una situazione di auto-reclusione sociale, con pesanti risvolti anche psicologici.
La mucosa o il retto costantemente prolassati rendono altresì molto difficile la pulizia quotidiana, e ben si prestano a subire lacerazioni che facilmente possono poi diventare ulcere, dando origine alle ragadi.
Il prolasso emorroidale si lega generalmente a doppio filo con quello rettale: anche i cuscinetti delle emorroidi, sotto l’eccesso di spinta intraddominale, possono infatti prolassare, estrudendo fuori dall’ano.
Spesso, ad un occhio inesperto, i due prolassi possono apparire simili e confondersi, anche considerando che entrambi possono dare copioso sanguinamento anale durante la defecazione.
Nelle donne, il prolasso rettale può associarsi al rettocele, al cistocele e al prolasso uterino, poiché tutte queste patologie hanno la stessa causa di fondo: ovverosia, il cedimento delle strutture di sostegno del pavimento pelvico.
Com’è diagnosticato il prolasso rettale?
La diagnosi del prolasso del retto è prevalentemente clinica: una visita proctologica completa di endoscopia (rettoscopia tradizionale o Videoproctoscopia Digitale), unita spesso ad un’ecografia endoanale sono sufficienti per diagnosticare la patologia.
La manometria ano-rettale è spesso associata alla visita, ed è utile per stabilire eventuali ipertoni o ipotoni dello sfintere.
Anche la defecografia può essere un esame di complemento.
Nelle donne, l’esame proctologico deve essere completato con un esame pelvico, per confutare o meno l’eventuale presenza di altre patologie legate al cedimento del pavimento pelvico, come rettocele, cistocele o prolasso uterino.
La terapia conservativa per il prolasso del retto
Tutti gli studi hanno dimostrato, nel corso degli anni, che la terapia di tipo conservativo per il prolasso del retto è praticabile esclusivamente in età pediatrica.
La terapia si basa sull’evitare eccessivi sforzi addominali da parte del bambino, compresi quelli della defecazione.
In tal senso, è utile abituare il piccino a defecare sul fianco, e a riportare all’interno, manualmente, la mucosa rettale ogni qual volta che essa fuoriesce dall’ano.
Negli adulti, la terapia conservativa offre minimi o totalmente assenti vantaggi, e l’unica soluzione risolutrice è l’intervento chirurgico.
L’intervento chirurgico per la cura del prolasso del retto: la prolassectomia
Intervento di prolassectomia
L’intervento chirurgico è, nell’adulto, l’unica soluzione praticabile per risolvere il problema del prolasso del retto, sia mucoso che totale.
Lo scopo dell’intervento è quello di eliminare l’eccesso di tessuto, nonché di ristabilire i normali rapporti anatomici.
Vi sono varie tecniche e varie metodologie d’approccio, molte in funzione della gravità del prolasso, della conformazione anatomica peculiare del paziente e delle preferenze d’intervento del chirurgo.
Il prolasso mucoso prevede generalmente un approccio condotto per via anale, mentre nel prolasso totale solitamente si preferisce l’accesso addominale.
Anche con accesso addominale, l’intervento può essere praticato per via laparotomica e laparoscopica.
Quale che sia la tipologia d’intervento scelta dal chirurgo, è possibile mirare alla riduzione del tratto intestinale oppure alla sua sospensione sulla parete sacrale, utilizzando o meno delle protesi.
Le moderne tecniche chirurgiche, sia anali che addominali, sono in grado di garantire ottimi risultati, assenza di dolore post-operatorio e ritorno alla vita di tutti i giorni molto rapido.
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Non impressionarti, non spaventarti ma altresì non sottovalutare nessun sintomo: rivolgiti sempre ad un medico.
Quindi ricorda che...
- Il prolasso del retto è dipeso dal cedimento delle strutture di sostegno del pavimento pelvico;
- È una patologia che si manifesta solitamente nell’età avanzata, ma che può svilupparsi anche in età pediatrica;
- I fattori scatenanti sono riconducibili ad un’elevata pressione intraddominale, a sua volta derivata da alterazioni dell’alvo (stipsi espulsiva cronica) o sforzi eccessivi, sia sportivi che lavorativi;
- La terapia conservativa è di norma efficace ed utilizzata principalmente per casi di prolasso rettale pediatrici;
- Negli adulti, la terapia chirurgica (prolassectomia) è necessaria nella maggior parte dei casi;
- Con le moderne tecniche chirurgiche, la prolassectomia può essere praticata senza dolore post-operatorio
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del dottor Attilio Nicastro, puoi visionare il suo sito web attilionicastro.it oppure collegarti alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.