Il cancro del colon-retto
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Attilio Nicastro - MioDottore.it
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È una delle patologie più frequenti specialmente negli individui che hanno superato i 50 anni d’età .
Come e più delle altre patologie tumorali, inizia in sordina e si sviluppa senza particolari sintomi, che quando si manifestano indicano la malattia in uno stadio ormai avanzato.
Il cancro del colon-retto è un grande problema che necessita di screening tempestivo, prevenzione e prontezza d’intervento.
Leggi questa pagina d’approfondimento per scoprire da cosa origina il tumore del retto e del colon, come si manifesta e come si può trattare.
Che cos’è il cancro del colon-retto
Il carcinoma del colon-retto è un tumore maligno che rappresenta circa il 11.5% di tutte le neoplasie finora conosciute.
Specificatamente, il 70% circa dei casi di tumore riguardano il colon, mentre il 30% circa riguardano il retto.
In Italia sono circa 53 000 l’anno le persone alle quali è fatta una diagnosi di cancro del colon retto ed è la seconda causa di tumore maligno nella popolazione sopra i 50 anni, dopo il tumore alla prostata nell’uomo e della mammella nella donna.
In Italia si osservano 40 nuovi casi ogni 100 000 abitanti.
Il cancro del retto, a differenza di quello del colon che colpisce con pari frequenza entrambi i sessi, ha una maggiore incidenza nel sesso maschile, con un rapporto 2:1.
Le cause del cancro del colon-retto
Il cancro del colon-retto origina dalle cellule della mucosa intestinale, ma è statisticamente certo e provato che la maggior parte delle neoformazioni maligne cominci dalla sua lesione precancerosa più comune, che è il polipo.
Può generare, sebbene raramente, anche dalla presenza di lesioni condilomatose cronicizzate da molto tempo, frutto dell'infezione del virus HPV (Papillomavirus umano), non opportunamente trattate.
L’insorgenza del cancro del colon-retto riconosce dei fattori di rischio, sia primari che secondari.
I principali fattori di rischio del cancro del colon-retto, che la letteratura medica attualmente riconosce come certi, sono:
- Età superiore ai 50 anni (il 90% dei malati di cancro del colon-retto è over 50);
- Dieta non consona, povera di fibre e ricca di grassi soprattutto animali;
- Abuso di alcool e tabagismo;
- Obesità con scarsa attività fisica;
- Storia familiare: il rischio di cancro al colon-retto aumenta se in famiglia, special modo in genitori e fratelli, si è già sviluppato un caso di tumore al colon-retto;
- Storia personale: il rischio del tumore al colon-retto aumenta se il paziente è affetto da altre patologie intestinali quali rettocolite ulcerose, malattia di Crohn oppure ha rimosso già in passato un polipo od una lesione pretumorale
La sintomatologia del cancro del colon-retto
Come purtroppo quasi tutti gli altri tumori, anche quello del colon-retto è inizialmente asintomatico.
Il primo sintomo, che comincia a manifestarsi solo quando la patologia è già molto progredita, è la perdita di sangue rosso vivo dall’ano.
Spesso questo evento è imputato ad altre patologie benigne quali le emorroidi (che peraltro possono coesistere), ingannando quindi il paziente che tende a ricorrere a pericolose ed inadeguate automedicazioni.
Il sanguinamento può essere di modesta entità e presente solo durante la defecazione (ematochezia) oppure può risultare copioso, come una vera emorragia (rettoragia), non necessariamente associato alla defecazione.
Al sanguinamento dal retto possono essere accompagnati anche altri sintomi, quali:
- Alterazione dell’alvo;
- Tenesmo;
- Urgenza alla defecazione (associata talvolta a dolore)
- Dolore perineale e pelvico (sintomo purtroppo tardivo, più frequente nel basso retto)
Il sintomo in assoluto più pericoloso, però, che rende complicata la cura del cancro del colon-retto e causa ogni anno migliaia di morti è… L’assenza di sintomatologia.
Il cancro del colon-retto è infatti un killer per davvero silenzioso: i sintomi spesso latitano e rendono invisibile la patologia, che può pertanto crescere a dismisura ed invadere i tessuti adiacenti, rendendo molto difficile poi la terapia.
Ecco perché la diagnosi precoce è di assoluta importanza per la corretta riuscita della terapia di eradicazione, e fa davvero la differenza nella sopravvivenza del paziente, unita alla qualità di vita post-intervento.
La diagnosi del cancro del colon-retto
La diagnosi del cancro del colon-retto necessita di un’accurata raccolta clinica del paziente, sia famigliare che personale.
L’esame obiettivo generale è sempre accompagnato da una visita proctologica, con l'esplorazione digitale del retto che permette di evidenziare eventuali lesioni della parte più periferica.
L’esame è completato con la Videoproctoscopia Digitale, un esame non invasivo e molto rapido e dettagliato, che permette lo studio degli ultimi 15-20 cm del retto, permette di evidenziare anche lesioni millimetriche e l’esecuzione di biopsie per la determinazione istologica della lesione.
Per avere un quadro completo della situazione e monitorare tutto l’intestino è comunque necessario ricorrere alla colonscopia.
In caso di positività accertata dalla colonscopia, è opportuno prescrivere una TAC Total Body multistrato, in modo da escludere o confermare eventuali metastasi.
In caso di tumore del retto, l’Ecografia endorettale può essere utile per valutare l’eventuale diffusione del tumore nei vari strati della parete rettale, nel grasso peri-rettale e nei linfonodi loco-regionali.
Alcuni esami ematochimici, quali il dosaggio dei marcatori tumorali come il CEA e il CA19.9, risultano utili soprattutto al fine dei controlli clinici dopo la terapia del tumore.
La terapia del cancro del colon-retto
Il cancro del colon-retto è una neoplasia che, come peraltro altri tumori, può ormai essere curata con ottimi risultati se diagnosticata per tempo.
In tal senso, la prevenzione risulta assolutamente indispensabile, ed è da attuare mediante controlli periodici (screening) una volta superati i 50 anni.
La terapia per la rimozione del cancro del colon-retto è prevalentemente chirurgica, a cui può comunque essere associata una terapia complementare (radioterapia e/o chemioterapia).
Durante la colonscopia tradizionale è già possibile rimuovere un cancro di piccola entità (come ad esempio un polipo), a patto che non sia penetrato già troppo in profondità negli strati della parete del colon.
Nel caso che il tumore sia di maggiori dimensioni o sia già penetrato in profondità negli strati del colon, è necessario un intervento radicale, che miri ad asportare la porzione di intestino malata per poi ricongiungere i monconi intestinali sani.
Quando non è possibile eseguire il ricongiungimento (evento ormai abbastanza raro), il chirurgo può praticare una stomia, congiungendo il moncone intestinale alla cute dell’addome, per permettere l’espulsione delle feci tramite una apposito sacchetto.
Nella gran parte dei casi la stomia è temporanea, e la continuità intestinale è ripristinata in un intervento successivo.
Se il cancro è localizzato nella parte inferiore del retto (più vicina all’ano) il chirurgo può provvedere all’asportazione del retto, abbassando il tratto di colon a monte e riboccandolo direttamente all’ano (anastomosi colon-anale).
Se invece il tumore è localizzano nella parte media o alta del retto, è sufficiente abboccare il colon al retto residuo all’asportazione, provvedendo quindi all’anastomosi colon-rettale.
Sia l’anastomosi colon-anale che quella colon-rettale non prevedono stomia con deviazione delle feci permanente, mentre potrebbe essere necessaria una deviazione temporanea per impedire il cedimento parziale o totale della parte operata.
Solitamente, la stomia viene chiusa e la canalizzazione normalizzata dopo 2-3 mesi dall’intervento principale.
Quando la neoplasia infiltra gli sfinteri anali (un 10-20% dei casi totali), è necessario invece asportare totalmente l’ano ed il retto, praticando una colostomia definitiva.
È importante sottolineare che la tecnica chirurgia attuale permette ormai di asportare grossi polipi del retto ed anche carcinomi in stato iniziale direttamente attraverso l’ano (resezione transanale), mantenendo quindi la funzionalità del retto e garantendo tempi di recupero molto ridotti per il paziente.
Lo specialista che cura il cancro del colon-retto
Il medico specialista che diagnostica, cura ed interviene sul cancro del colon-retto è il chirurgo colonproctologo: un professionista specializzato sulle patologie del l’intestino e del canale ano-rettale, con una profonda conoscenza anatomica della zona di suo interesse e con esperienza sulla risoluzione dei problemi del colon.
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Quindi ricorda che...
- Il cancro del colon-retto origina direttamente dalla mucosa intestinale, specie da lesioni pre-tumorali già in essere (polpi, condilomi);
- Per buona parte della sua crescita, il cancro del colon-retto si presenta asintomatico, ed è quindi importantissima la prevenzione basata sullo screening;
- Il cancro del colon-retto colpisce in prevalenza dopo i 50 anni di vita, e pertanto è imperativo cominciare gli screening regolari dopo tale età ;
- I sintomi evidenti del cancro del colon-retto (sanguinamenti, tenesmo, dolori addominali) si manifestano solitamente già quando la malattia è molto avanzata;
- La cura chirurgica rimane la terapia preferenziale per trattare il cancro del colon-retto
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del dottor Attilio Nicastro, puoi visionare il suo sito web attilionicastro.it oppure collegarti alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.